Allarne diossina nelle cozze, ultime notizie Taranto - Durante una conferenza stampa il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha mangiato cozze crude portate dagli allevatori: "Le nostre cozze sono sicure - ha affermato il sindaco - e si possono mangiare senza alcun timore".
Un messaggio forte che è stato voluto dare in risposta ad associazioni e ambientalisti che nei giorni passati avevano lanciato l'allarme diossina in seguito ai risultati di analisi fatte su cozze pelose, cozze San Giacomo e ostriche prelevate dal fondale di Mar Piccolo. Pare che le analisi avessero indicato una concentrazione di diossina e Pcb superiore del 69 per cento ai limiti di legge.
Intanto però l'allarme e la paura tra i consumatori continua a serpeggiare e pare che nessuno abbia intenzione di acquistare cozze, ma anche i frutti di mare hanno subito un calo di vendita del 50 per cento, tanto da portare la grande distribuzione a dare uno stop agli acquisti. La vicenda rimane comunque aperta e indubbiamente il colpo al settore ittico di Taranto è stto tutt'altro che morbido.
"Le informazioni inesatte - fa sapere in una nota Confcommercio - hanno contribuito a gettare discredito sulla cozza di Taranto, un prodotto che come hanno anche confermato gli stessi ambientalisti e i dirigenti degli organi di controllo di Asl ed Arpa viene allevato con modalità che lo mettono al riparo dal rischio di contaminazione, al quale sono invece soggetti quei frutti di mare che crescono sui fondali, ma che è proibito raccogliere".
Nei giorni scorsi il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha avuto un incontro con il vice-presidente dell'Ilva, Claudio Riva, per studiare la posssibilità di effettuare un campionamento regolare delle diossine emesse dallo stabilimento siderurgico di Taranto. L'Ilva ha assicurato di essere disponibile ad accogliere i tecnici dell’Arpa e consentire di effettuare le opportune operazioni di monitoraggio.
Un messaggio forte che è stato voluto dare in risposta ad associazioni e ambientalisti che nei giorni passati avevano lanciato l'allarme diossina in seguito ai risultati di analisi fatte su cozze pelose, cozze San Giacomo e ostriche prelevate dal fondale di Mar Piccolo. Pare che le analisi avessero indicato una concentrazione di diossina e Pcb superiore del 69 per cento ai limiti di legge.
Intanto però l'allarme e la paura tra i consumatori continua a serpeggiare e pare che nessuno abbia intenzione di acquistare cozze, ma anche i frutti di mare hanno subito un calo di vendita del 50 per cento, tanto da portare la grande distribuzione a dare uno stop agli acquisti. La vicenda rimane comunque aperta e indubbiamente il colpo al settore ittico di Taranto è stto tutt'altro che morbido.
"Le informazioni inesatte - fa sapere in una nota Confcommercio - hanno contribuito a gettare discredito sulla cozza di Taranto, un prodotto che come hanno anche confermato gli stessi ambientalisti e i dirigenti degli organi di controllo di Asl ed Arpa viene allevato con modalità che lo mettono al riparo dal rischio di contaminazione, al quale sono invece soggetti quei frutti di mare che crescono sui fondali, ma che è proibito raccogliere".
Nei giorni scorsi il presidente della Regione, Nichi Vendola, ha avuto un incontro con il vice-presidente dell'Ilva, Claudio Riva, per studiare la posssibilità di effettuare un campionamento regolare delle diossine emesse dallo stabilimento siderurgico di Taranto. L'Ilva ha assicurato di essere disponibile ad accogliere i tecnici dell’Arpa e consentire di effettuare le opportune operazioni di monitoraggio.