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venerdì 6 marzo 2015

"CONSAPEVOLEZZA CIVICA" SONO TUTTI UGUALI, TUTTI LADRI

“Sono tutti uguali, sono tutti ladri”, si esprime così il cittadino della strada nei confronti dei politici e degli amministratori pubblici. Un’espressione respinta con forza da ogni politico ma che in verità ferisce solo i pochi onesti ancora presenti nelle pubbliche amministrazioni. In effetti è difficile per il cittadino, di fronte al torrente in piena di notizie di corruzioni, concussioni e ogni altro tipo di illiceità, distinguere il grano dalla zizzania, il buono dal cattivo. Sempre più spesso, corrotti vengono scoperti nelle fila di questo o quel partito. Sappiamo che la corruzione è un reato dalle caratteristiche particolari in virtù delle quali corrotto e corruttore scelgono il silenzio. Entrambi ne traggono vantaggio. Altri pagheranno. Come è noto, la corruzione e la concussione fioriscono grazie alla assoluta assenza di controlli anche a causa della particolarità del reato. Spesso la corruzione, come la concussione hanno profili sfumati, impercettibili. A tale problema si aggiunge una assenza di volontà politica che si traduce in una desertificazione legislativa o, più autenticamente, a una legislazione insufficiente e inadeguata. Allo stato, un disegno di legge presentato dal presidente del Senato è fermo da più di due anni. Sollecitamente si legifera sulla responsabilità dei giudici. Chi quotidianamente opera a contatto di gomito solitamente si avvede di comportamenti non proprio limpidi. Delibere frenate a lungo che improvvisamente subiscono un’accelerata. Permessi che stranamente non vengono concessi per una miriade di cavilli e che,  anche in questo caso, si sbloccano repentinamente. Consulenze affidate a mostri di ignoranza o a parenti di illustri amministratori. I corrotti tendono a innalzare una cintura di omertà elargendo ai propri collaboratori denaro, premi o promozioni di carriera. Un  comportamento più facilmente percepibile da coloro che operano in prossimità.
Colleghi onesti, per esempio. I colleghi onesti dovrebbero fare una scelta di campo: rinunciare pubblicamente a incarichi gestionali e operare solo per il bene pubblico controllando ogni atto amministrativo fin nel più piccolo dettaglio. Nei fascicoli delle delibere adottate sono spesso presenti atti, documenti o appunti illuminanti. Sarebbe un modo etico di amministrare la cosa pubblica. Se sono realmente onesti, non si arricchirebbero comunque. In questo caso metterebbero la propria onestà al servizio di una grande causa. Il cittadino potrebbe più facilmente riconoscere il politico al servizio del cittadini e il politico a servizio di sé stesso. Questa volta sotto un controllo stringente e ravvicinato. Il nostro Paese sta scivolando lungo una drammatica china. I giovani emigrano sfiduciati. Le aziende che non pagano i corrotti, finiscono per mettere sul lastrico intere famiglie. L’economia così drogata, viene frenata. Subiscono gravi insulti la democrazia e il mondo dell’informazione. Le segreterie dei partiti non farebbero più partecipare alle competizioni elettorali i consiglieri controllori? Probabilmente no, perché sarebbero i più suffragati dagli elettori stanchi di ruberie.


Giovanni Matichecchia
Comitato Consapevolezza Civica

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