Mercoledì 15 ottobre alle ore 15.30 torna, presso il Teatro dei Baraccamenti Cattolica – gestiti da Officine Tarantine e siti in Via Di Palma a Taranto – il laboratorio di teatro/danza ispirato a Pina Bautch, a cura di Simona Tempesta, fondatrice del gruppo Tarantanz, e di Luigi Pignatelli, attore, drammaturgo, poeta e acting coach. Per info e iscrizioni al corso, che pervede una lunga serie di performance nel corso della stagione teatrale, rivolgersi al +39 346 622 6998.
Il 30 giugno 2009 morì a 68 anni, per un cancro diagnosticato cinque giorni prima, Pina Bausch, una delle ballerine e coreografe più importanti di sempre. Nata in Germania il 27 luglio 1940, dopo il diploma si trasferì alla Juilliard School of Music di New York e iniziò a danzare con il New American Ballet. Diventata coreografa, nel 1973 fondò a Wuppertal il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch (cambiando nome al già esistente corpo di ballo della città): col suo gruppo di danzatori-attori, con cui ottenne fin da subito un successo straordinario, Pina Bausch mise in scena spettacoli indimenticabili e difficilmente classificabili come semplice “balletti”. Dietro questi spettacoli c’era sempre un faticoso lavoro di ricerca e preparazione e un processo creativo che partiva dalle domande di Pina Bausch ai suoi “danzattori”, i quali dovevano trasformare le loro risposte, attraverso l’improvvisazione, in parole, movimenti, azioni. Pina Bausch ha ricevuto decine di riconoscimenti nell’arco della sua carriera e ha avuto stretti rapporti anche con il cinema: Federico Fellini, nel 1983, la scelse per interpretare una principessa non vedente nel suo film E la nave va; Pedro Almodovar utilizzò due sequenze tratte da due sue famose coreografie (Café Muller e Masurca Fogo) per aprire e chiudere il film Parla con lei; e infine Wim Wenders, che quando vide per la prima volta un suo spettacolo – nel 1985, alla Biennale di Venezia – rimase così colpito da cancellare i suoi impegni per assistere a tutte le altre performance della coreografa tedesca, di cui poi diventò grande amico. Wenders nel 2011 le ha dedicato il film-documentario in 3D, Pina. Nel 2007 ottenne il Leone d’Oro alla Carriera, consegnatole con questa motivazione: “Pina Bausch è un’artista che ha segnato una nuova via originale all’espressione scenica del corpo danzante e parlante, influenzando non soltanto la danza contemporanea, ma anche le arti ad essa contigue, mutandone gli orizzonti. La Bausch è una coreografa che ha innovato il teatro, rendendolo più che mai fisico e musicandone la drammaturgia.
Pignatelli legge D’Annunzio Presso il Cantiere Maggese, laboratorio urbano patrocinato da Regione Puglia e Comune di Taranto, nella struttura che ospitava la Chiesa di San Gaetano, sull’omonimo slargo, nel cuore del centro storico, tra Via Garibaldi e via Cava, a partire dalle ore 17.00 c’è la consueta attività di accompagnamento allo studio per i piccoli isolani, a cura di Isabella Convertino, Luigi Pignatelli e altri volontari della Cooperativa Carisma e dell’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus, che ogni giorno dal lunedì al venerdì coadiuvano gli studenti nello svolgimento dei compiti e nell’educazione alla lettura e alla ricerca. Alle ore 19.00 torna il percorso di scrittura e drammatizzazione “Sulla rotta di Artaud”, coordinato dall’acting coach Luigi Pignatelli, rivolto sia a chi intende intraprendere seriamente lo studio delle tecniche di interpretazione, sia a chi vuole semplicemente mettersi in gioco e sperimentare nuovi metodi di ricerca e di comunicazione. Per info e iscrizioni, rivolgersi al +39 346 622 6998. Alle ore 20.00 l’Hermes Academy Onlus propone, sempre presso la struttura che ospitava la Chiesa di San Gaetano, il nuovo appuntamento del ciclo di happening “Il Profumo di un Libro”, nell’ambito del quale l’attore Luigi Pignatelli darà lettura di alcune pagine dell’opera edita Il Fuoco di Gabriele D’annunzio, mentre la danzatrice Simona Tempesta, assieme ai suoi allievi, eseguirà una performance di teatro-danza. La partecipazione è libera e gratuita. È l’autunno del 1882, in una Venezia malinconica e sublime. Qui vive Stelio Èffrena, giovane e grande poeta alter ego dello stesso D’Annunzio e il fuoco che dà il ttolo al romanzo è l’ardente passione che domina la sua esistenza. Una passione duplice: passione per l’arte, unica attività capace di elevare l’uomo al livello degli dei; e passione erotica, passione per il piacere, per l’amore, per la celebre attrice chiamata Foscarina. Sotto il personaggio della donna si cela Eleonora Duse, con la quale, come era noto, il Vate aveva una relazione. Il Fuoco finisce così per essere anche una cronaca del sentimento che legava, nella vita, i due amanti. Ma è soprattutto un raffinato, elegante, appassionato inno al potere e all’ardore creativo di una sensibilità eccezionale.