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mercoledì 9 dicembre 2015

INQUINAMENTO. QUELLO CHE NESSUNO HA DETTO MAI

FOTO: Marinella Monfredi


Ecco quello che non vi dicono dell'inquinamento a Taranto.
1) I filtri dell'Ilva non riescono a trattenere il particolato ultrasottile. Questo è il punto su cui avviare una nuova campagna di denuncia e attaccare il sindaco stesso che ha firmato un'Aia che si rivela oggi incapace di gestire una situazione surreale: la gente dovrà chiudersi in casa durante i picchi di inquinamento.


2) Questo particolato oltrepassa tutti i filtri industriali. Nessun sistema di abbattimento delle polveri installato dopo i lavori dell'Aia è in grado di trattenere particolato ultrasottile come PM0,1 oppure PM 0,01.

3) Nessun filtro posto nelle scuole potrebbe proteggere i bambini perché il particolato killer non viene trattenuto nei filtri.
4) Questo particolato è così leggero che - seppure abbondante nei picchi di inquinamento misurati da PeaceLink - non fa sforare il limite di 50 microgrammi a metro cubo che è il limite di legge. Quindi tutto è a norma, chiaro?
5) Questo particolato ultrasottile che non fa sforare i limiti del PM10 lo potremmo definire un "particolato invisibile". Supera persino la barriera degli alveoli polmonari ed entra direttamente nel flusso sanguigno, avviando processi infiammatori e degenerativi nell'organismo umano, fino anche al tumore.


6) Questo particolato ultrasottile tuttavia non sfugge all'analizzatore Ipa utilizzato da PeaceLink, che è in grado di a quantificare (mediante i miliardesimi di grammo, i famosi "nanogrammi") i cancerogeni che si poggiano su queste "polveri invisibili". Ciò che oltrepassa i filtri dell'Ilva non sfugge quindi alle misurazioni di PeaceLink in quanto tale analizzatore è in grado di "vedere" gli Ipa che si poggiano anche sul PM0,1 e sul PM0,01. Ossia il particolato con dimensioni tali da oltrepassare i filtri.
7) Conclusione: per Taranto va effettuata un'analisi sitospecifica per le polveri (che hanno una tossicità 2,2 volte superiore rispetto al particolato urbano). Perciò va adottato un limite più stringente che - dato l'eccesso di mortalità documentato dall'indagine epidemiologica del dott. Forastiere - abbassi il limite per il particolato sotto i 20 microgrammi a metro cubo, così come richiesto dall'OMS. Se nelle altre città il limite annuo è 40 microgrammi a metro cubo e 50 quello giornaliero, a Taranto - per la tossicità sitospecifica del particolato - occorre chiedere un limite annuo di 20 microgrammi a metro cubo e un limite giornaliero a 25.
Il quadro ora è completo: ma le polveri ultrasottili non sono state studiate a fondo da Arpa. La cosiddetta "speciazione del particolato" a Taranto è ancora in "fase di approfondimento". Un killer si aggira fra di noi ma sfugge ai limiti e ai controlli delle leggi dello Stato. E tuttavia la nostra analisi degli Ipa lo intercetta, per fortuna.
È tutto chiaro?
ALESSANDRO MARESCOTTI

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