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giovedì 15 maggio 2014

ANCHE BRINDISI PROVA LA CANAPA

di Roberta Grassi
Prima a Taranto, nei terreni vicini all'Ilva in cui pascolavano le pecore 'contaminate' dalla diossina, ora a Brindisi in una distesa che si trova a metà strada tra la centrale Enel Federico II di Cerano e lo stabilimento petrolchimico e giunge fino al mare: ieri vi è stata la prima semina di canapa, coltivazione che ricoprirà 27 ettari di terreno che ricadono in un'oasi naturale, le Saline di Punta della Contessa, ma anche all'interno dell'area Sin, sigla che a Taranto come a Brindisi è acronimo di Sito di interesse nazionale, cioè area inquinata. 

A scommettere, a Brindisi, è una impresa agricola che con l'apporto di AssoCanapa investe in un'agricoltura alternativa, attraverso la pianta a lungo 'criminalizzata' ma dalle qualità portentose. Il principale effetto positivo delle coltivazioni di canapa è la capacità di realizzare una sorta di fitobonifica dei terreni. Le radici arrivano in profondità, spiegano gli esperti, fino a tre metri nel sottosuolo. E l'azione purificatrice più rilevante la si può osservare in relazione proprio ai metalli pesanti. 
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L'altra faccia della medaglia sono le tantissime modalità di impiego del prodotto finito e la resa in termini economici: la canapa brindisina verrà impiegata nel settore tessile e nell'edilizia. Ma dalle piante che crescono molto rapidamente, si ottiene anche farina per prodotti alimentari o materiale per uso zootecnico e farmaceutico. Stamani, alla presenza del presidente della Regione Nichi Vendola, dell'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, e dei referenti e tecnici di AssoCanapa nazionale si è svolta una piccola cerimonia, con la semina della canapa, per l'inizio dell'avventura dei proprietari dell'impresa agricola di Masseria Villanova.

Un tempo c'era l'ortofrutta, e fioriva l'agricoltura: i pomodori, i meloni ma soprattutto il carciofo brindisino. Poi, con l'avvento dei grandi stabilimenti industriali molto è cambiato. Ci sono terreni e falde da bonificare. "I nostri prodotti non rendono più sul mercato, li acquistano ormai a prezzi stracciati", hanno spiegato gli imprenditori agricoli. Del resto, i terreni più vicini al nastro trasportatore di carbone della centrale di Cerano erano stati anche oggetto di un'ordinanza di inibizione della coltivazione, nel 2007, poi revocata. Sulla dispersione di polveri c'è un processo in corso che coinvolge 13 dirigenti Enel. E in aula molti agricoltori hanno spesso lamentato proprio la svalutazione dei frutti del lavoro dei campi. Per Vendola oggi si sono mossi i primi passi verso una "rivoluzione". "La canapa povera pianta diffamata per ragioni politiche e economiche è sorprendente, può riqualificare i terreni, è ideale nei territori inquinati per la sua capacità di assorbire i metalli pesanti", ha spiegato Vendola. Sulla sua fama di sostanza psicotropa, c'è però da stare sereni: "Per chi fosse preoccupato - ha detto Vendola - va ricordato che il principio attivo Thc presente in queste coltivazioni è in percentuale talmente bassa che non c'è possibilità che qui si stia lavorando per la cultura dello sballo".
FONTE: http://ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rifiuti/2014/05/13/brindisi-dopo-taranto-canapa-per-bonifica-terra-inquinata_be379a3f-4bbc-41cd-a9db-32be1ac51b86.html
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