Avviso ai viaggiatori: non fate troppo affidamento sulle corse dell’Amat da oggi fino a martedì. Prendente l’autobus se proprio non avete altro mezzo per muovervi e non c’è un padre, un figlio, un cugino o un amico che vi possa scarrozzare su e giù per la città, ma anche fuori per la verità.
Le corse delle linee tradizionali sono a rischio, almeno dal punto di vista della puntualità. Facile prevedere tempi dilatati. Il motivo? Non un’epidemia che ha messo ko tutti i conducenti e nemmeno un richiamo di massa, improvviso, per il servizio militare. No, è tutta colpa delle elezioni politiche che, dopo aver rischiato di fermare Sanremo adesso tentano di appiedare indirettamente i cittadini di Taranto. Il problema non è il voto in sé ma la partecipazione attiva allo stesso, come scrutatori o affini, di molti conducenti dei bus urbani che, quando arriva il voto, scoprono una irresistibile attrazione per il seggio elettorale.
L’azienda, ieri mattina, lo ha laconicamente comunicato alla città, per prepararla al peggio. «In occasione della consultazione elettorale - spiega una nota dell’Amat - di domenica e lunedì prossimi un numero rilevante di conducenti dell’Amat spa si assenterà dal servizio esercitando il diritto di godere dei permessi riconosciuti dalla legge per le operazioni elettorali in qualità di presidenti di seggio, segretari e scrutatori. Questi permessi sono riconosciuti anche ai rappresentanti di lista o di singoli candidati».
Di conseguenza «si è creata una situazione che richiede all’azienda un notevole sforzo organizzativo, con relativi costi aggiuntivi, per tentare di garantire un servizio di mobilità adeguato alle esigenze della cittadinanza. A queste assenze per motivi elettorali, circa un quarto del numero complessivo di conducenti, si aggiungono quelle fisiologiche per malattia, ferie e permessi. Il problema riguarda tutte le aziende di trasporto pubblico locale tanto che l’associazione nazionale di categoria (Asstra) ha da tempo richiesto al ministero degli Interni l’adozione di un provvedimento che escluda il personale dipendente di queste aziende dalle funzioni di presidente, scrutatore e segretario di seggio, in analogia a quanto già accade per i dipendenti del ministero dei Trasporti e di Trenitalia. Per fronteggiare la carenza di personale di guida nei giorni elettorali l’Amat spa, intanto, ha sospeso la concessione di ferie. Ha il dovere, in ogni caso, di avvertire l’utenza che il servizio potrà subire contrazioni. L’azienda si scusa con gli utenti per gli eventuali disservizi causati dalle numerose assenze di conducenti».
Assenze che si possono quantificare: sono 270 i conducenti Amat, ne mancheranno un quarto, vale a dire quasi 70. Con buona pace di anziani, mamme, badanti (per fortuna le scuole sono chiuse) che rischiano di doversela cavare da soli. D’altro canto, non è che in condizioni “non elettorali” il servizio si possa definire inappuntabile. Però, evidentemente, non c’è limite al peggio.
Le corse delle linee tradizionali sono a rischio, almeno dal punto di vista della puntualità. Facile prevedere tempi dilatati. Il motivo? Non un’epidemia che ha messo ko tutti i conducenti e nemmeno un richiamo di massa, improvviso, per il servizio militare. No, è tutta colpa delle elezioni politiche che, dopo aver rischiato di fermare Sanremo adesso tentano di appiedare indirettamente i cittadini di Taranto. Il problema non è il voto in sé ma la partecipazione attiva allo stesso, come scrutatori o affini, di molti conducenti dei bus urbani che, quando arriva il voto, scoprono una irresistibile attrazione per il seggio elettorale.
L’azienda, ieri mattina, lo ha laconicamente comunicato alla città, per prepararla al peggio. «In occasione della consultazione elettorale - spiega una nota dell’Amat - di domenica e lunedì prossimi un numero rilevante di conducenti dell’Amat spa si assenterà dal servizio esercitando il diritto di godere dei permessi riconosciuti dalla legge per le operazioni elettorali in qualità di presidenti di seggio, segretari e scrutatori. Questi permessi sono riconosciuti anche ai rappresentanti di lista o di singoli candidati».
Di conseguenza «si è creata una situazione che richiede all’azienda un notevole sforzo organizzativo, con relativi costi aggiuntivi, per tentare di garantire un servizio di mobilità adeguato alle esigenze della cittadinanza. A queste assenze per motivi elettorali, circa un quarto del numero complessivo di conducenti, si aggiungono quelle fisiologiche per malattia, ferie e permessi. Il problema riguarda tutte le aziende di trasporto pubblico locale tanto che l’associazione nazionale di categoria (Asstra) ha da tempo richiesto al ministero degli Interni l’adozione di un provvedimento che escluda il personale dipendente di queste aziende dalle funzioni di presidente, scrutatore e segretario di seggio, in analogia a quanto già accade per i dipendenti del ministero dei Trasporti e di Trenitalia. Per fronteggiare la carenza di personale di guida nei giorni elettorali l’Amat spa, intanto, ha sospeso la concessione di ferie. Ha il dovere, in ogni caso, di avvertire l’utenza che il servizio potrà subire contrazioni. L’azienda si scusa con gli utenti per gli eventuali disservizi causati dalle numerose assenze di conducenti».
Assenze che si possono quantificare: sono 270 i conducenti Amat, ne mancheranno un quarto, vale a dire quasi 70. Con buona pace di anziani, mamme, badanti (per fortuna le scuole sono chiuse) che rischiano di doversela cavare da soli. D’altro canto, non è che in condizioni “non elettorali” il servizio si possa definire inappuntabile. Però, evidentemente, non c’è limite al peggio.