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domenica 10 febbraio 2013

A TARANTO PRENDE IL VIA LA "SMART AREA"

A quattro mesi dal varo della legge sulla bonifica dell'area di Taranto, un primo progetto viene collocato sulla rampa di lancio. Si tratta della «Smart Area» voluta da Confidustria Mezzogiorno e costruita nel dettaglio da Confindustria Taranto. La «Smart Area» è una delle azioni previste dalla legge (la numero 171 del 4 ottobre scorso) e risponde ad una doppia finalità: risanamento ambientale e nuove tecnologie per nuove imprese eco-compatibili. La legge, infatti, non si occupa solo del disinquinamento delle aree esterne all'Ilva, a partire dal quartiere Tamburi di Taranto, dal Mar Piccolo e dal Mar Grande e dal comune di Statte, che è alle porte del capoluogo, ma vuole anche cercare di innescare uno sviluppo diverso. Per ora la legge prevede interventi per 396,7 milioni di euro, di cui 283,7 effettivamente disponibili, e anche se da più parti si sottolinea che si tratta di somme insufficienti rispetto all'ampiezza del lavoro che richiederà la bonifica, il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha più volte sottolineato come sia importante partire per avere un effetto volano. E ora comincia Confindustria con la «Smart Area» cui la legge 171 assegna 60 milioni di fondi pubblici che il ministero dell'Ambiente collega al «Piano Città» (24 milioni di euro per Taranto) e al Fondo di rotazione per lo sviluppo giovanile nella green economy (70 milioni).
La «Smart Area» è costruita su sette assi d'intervento. Nel primo asse ci si collega al Polo scientifico-tecnologico che mette insieme enti locali, Università e Politecnico di Bari e Arpa Puglia (ha avuto un finanziamento di 9,5 milioni col Pon «Ricerca e competitività») e si propongono nuove imprese in campo ambientale. Si occuperebbero di tecnologia per la bonifica delle falde inquinate dagli idrocarburi, per la bonifica dei suoli e per il trattamento e il recupero di sedimenti martini contaminati. Un altro asse è invece centrato sulla logistica e propone «una piattaforma tecnologica con l'obiettivo di sostenere i processi di integrazione tra filiere produttive, armonizzando i processi delle singole unità dall'acquisizione delle materie prime alla movimentazione del prodotto sino alla consegna al cliente». Un campo di applicazione è l'agroalimentare. Ci sono poi gli assi che riguardano turismo e «Green Road», unendo turismo, agricoltura e manifattura, ed uno chiamato «Smart Città» dove si propongono dal miglioramento delle tecnologie per ridurre l'impatto ambientale provocato dallo scarico e carico di materiali polverosi in area portuale alla trasformazione del trasporto pubblico urbano con linee veloci e «direttrici privilegiate». Viene poi rilanciato il Distripark, la piattaforma dell'area portuale che con un sistema intermodale dovrà dare valore aggiunto al traffico container, e ci sono anche le proposte relative ad un nuovo conferimento dei rifiuti in città. 
«Abbiamo ripreso quanto di buono c'è nei cassetti ma non è stato attuato e lo abbiamo rivisitato inserendo anche nuova progettualità - spiega il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo -. Ambiente, tecnologie innovative, efficienza energetica e ottimizzazione delle risorse disponibili sono i capisaldi della Smart Area». 
Le fonti cui attingere i finanziamenti sono, oltre alle legge 171, anche il contratto di sviluppo, i contratti di innovazione e il fondo per la crescita sostenibile. «Smart Area» è stato già presentato al commissario per la bonifica, Alfio Pini, e al Garante per l'Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva, Vitaliano Esposito. 
FONTE: IL SOLE 24 ORE

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