Si è dimesso poche ore fa Nicola Riva, presidente del Consiglio di amministrazione dell'Ilva oltre che componente dello stesso Cda.
A comunicarlo ufficialmete è la stessa azienda siderurgica: ''Le
dimissioni sono state accettate dal Consiglio che ha ringraziato il
ragionier Nicola Riva per l'attività svolta e ha cooptato il dott. Bruno
Ferrante, il quale ha contestualmente assunto la carica di presidente
con i relativi poteri''. Nicola Riva e' tra i cinque indagati
nell'inchiesta sull'inquinamento ambientale condotta dalla procura
jonica.
Il 9 maggio 2012 lo stesso Nicola Riva, sicuro del rispetto delle leggi in vigore dell'impianto siderurgico, dichiarava: "L’ultima perizia dei giudici dice che l’Ilva rispetta tutte le leggi in vigore per arrivare a questo risultato abbiamo investito un miliardo di euro e abbiamo impegnato il personale in lunghi corsi di formazione. Il Tar di Lecce ha emesso una sentenza che dice che non c’è alcuna emergenza sanitaria all’Ilva di Taranto. Ora il ministero dell’Ambiente vuole rivedere l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) che e’ stata rilasciata di recente e, se non sbaglio dovrebbe durare cinque-sei anni. Noi non ci siamo mai sottratti, anche se tutto cio’ ci sembra ridicolo. Vogliamo rimanere nel rispetto di tutte le leggi esistenti"
L'Ilva, sulla base dei dati INES
(Inventario Nazionale Emissioni e loro Sorgenti) del 2006, emette il
92% dell'ammontare annuo delle emissioni industriali di diossina (91,5
grammi di PCDD/PCDF su un totale nazionale di 99,5 grammi/anno).
Il 9 maggio 2012 lo stesso Nicola Riva, sicuro del rispetto delle leggi in vigore dell'impianto siderurgico, dichiarava: "L’ultima perizia dei giudici dice che l’Ilva rispetta tutte le leggi in vigore per arrivare a questo risultato abbiamo investito un miliardo di euro e abbiamo impegnato il personale in lunghi corsi di formazione. Il Tar di Lecce ha emesso una sentenza che dice che non c’è alcuna emergenza sanitaria all’Ilva di Taranto. Ora il ministero dell’Ambiente vuole rivedere l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr) che e’ stata rilasciata di recente e, se non sbaglio dovrebbe durare cinque-sei anni. Noi non ci siamo mai sottratti, anche se tutto cio’ ci sembra ridicolo. Vogliamo rimanere nel rispetto di tutte le leggi esistenti"
Sempre per quanto riguarda l'impianto di Taranto, ricordiamo che nel 2001 il tribunale di Taranto ha dichiarato Emilio Riva, il figlio Claudio (rispettivamente padre e fratello di Nicola Riva) ed altri dirigenti Ilva
colpevoli di tentata violenza privata, per avere demansionato un gruppo
di impiegati dell'Ilva nel 1998. Questa sentenza fu poi confermata nel 2006 in Cassazione. Emilio Riva è stato condannato nel febbraio del 2007 a tre anni di reclusione e Claudio Riva a 18 mesi
per omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro e violazione
di norme antinquinamento, con riferimento alla gestione della cokeria
dell'impianto tarantino. Il 10 ottobre 2008 la condanna è stata confermata in appello: la Corte d'Appello di Lecce ha condannato alla pena di due anni di reclusione il presidente dell’Ilva, Emilio Riva e ad un anno e otto mesi il direttore dello stabilimento tarantino, Luigi Capogrosso,
entrambi accusati di getto pericoloso di cose, danneggiamento
aggravato, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro
nel reparto cokerie.