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venerdì 5 agosto 2011

Donne per Taranto: «Sulle aree dei Tamburi non aspetteremo oltre»



Ultima chiamata per il Comune di Taranto: chiarisca entro sabato cosa ne è dell’ordinanza varata a giugno 2010 con cui si vietava il transito e il calpestio delle aree non pavimentate del rione Tamburi perchè gravemente inquinate. Quell’ordinanza, dice il comitato «Donne per Taranto», è rimasta sostanzialmente inapplicata, prova ne è che i bambini su quei terreni che dovrebbero essere vietati e inaccessibili, continuano a giocare tranquillamente, anche perchè non hanno altri spazi a disposizione nel quartiere. E allora nel giro di qualche giorno il Comune chiarisca cosa intende fare. «Dopo tale data - dice il comitato “Donne per Taranto” riferendosi appunto alla scadenza di sabato prossimo - inizieremo la nostra battaglia oltre i confini di Taranto, così come preannunciato già da tempo: l’ora dell’attesa è terminata».

In una nota il comitato «Donne per Taranto» rammenta che il 21 giugno scorso ha indirizzato al sindaco una lettera, pubblicata anche sui quotidiani. Era infatti «trascorso un anno dall’ordinanza contingibile ed urgente mai applicata, mai revocata, con la quale il sindaco sanciva espressamente il divieto di accedere nelle aree a verde del quartiere Tamburi perché gravemente contaminate da sostanze pericolose, sostanze cancerogene. In quella lettera - si afferma - chiedevamo chiarimenti circa lo stato dell’ordinanza, stanti le ragioni che avevano costretto il sindaco ad emanarla».

Ma «ancora una volta - dice il comitato - ci scontriamo con il silenzio delle nostre istituzioni, immancabilmente assenti dinanzi ai problemi reali che attanagliano il territorio e probabilmente già impegnate per la prossima campagna elettorale. Ma il problema persiste. Un problema che mette in serio pericolo la salute di tutti i bambini che continuano a giocare nella terra. Quanti bambini, tra questi, domani saranno bambini malati? E quanto questo può lasciare la coscienza dei nostri amministratori libera di ogni responsabilità? Vogliamo ricordare, qualora le istituzioni l’avessero dimenticato, che dalla relazione tecnica descrittiva dei suoli redatta a giugno 2010, si evidenziava che il suolo profondo è contaminato non solo da berillio, ma anche - dice il comitato “Donne per Taranto” - da antimonio, idrocarburi, arsenico, cromo, nichel, cobalto e il suolo superficiale (per intenderci quello che i bambini toccano, ingeriscono, respirano...) da berillio, piombo, antimonio, zinco, Pcb, idrocarburi, tutti con valori che vanno ben oltre quelli previsti dal decreto legislativo 152 del 2006 tanto da configurarsi come rischio sanitario non accettabile». E quindi sabato «sarà l’ultimo giorno utile per i nostri amministratori per dare a noi e soprattutto agli abitanti dei amburi risposte alla do- manda da noi espresse».

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