La danza può essere considerata anche un'arte che cura il corpo e la mente? Al giorno d'oggi viene vissuta soprattutto come mezzo per socializzare, di aggregazione e di avvicinamento tra le persone. Un tempo, però, la danza veniva intesa come momento festoso o come ritualità, un mezzo per entrare in contatto con forze soprannaturali. Negli ultimi anni, tuttavia, sono nate forme alternative di danza, come la danza meditativa, la biodanza, la danza terapia che hanno lo scopo primario terapeutico di riequilibrio psicofisico. Sin dai tempi più remoti, i popoli hanno avuto la necessità di esprimere le proprie emozioni attraverso i movimenti ritmici della danza, il cui maggiore potere comunicativo è dato dal corpo. L’uso del corpo, come mezzo per comunicare ed esprimersi, rende la danza unica nella sua essenza etica ed estetica; è l'espressività corporea ad impiegare contesti comunicativi e regolare le emozioni di un Sé corporeo che si fonda con un Sé spirituale. Garaudy, infatti, sosteneva che: “La danza ci mostra non solo che ogni movimento del corpo è tutt’uno con un movimento psichico o, meglio ancora, che il fisico e lo spirituale non sono due campi separati ma due aspetti della stessa realtà”. Si riesce in qualche maniera a convogliare in sé il tutto di una persona: il corpo, la mente, le emozioni. E’ ormai assodato che dal punto di vista psicologico la danza concorra a strutturare la personalità individuale in modo più consapevole e spontaneo e a stimolare le capacità di socializzazione con gli altri. Un’attività umana che rende appieno benessere psicofisico a chi la pratica.
Dalla Danzaterapia alla Tangoterapia è stato studiato che il danzare può alleviare problematiche quali la depressione, lo stress, la stanchezza (studio di Anna Duberg, ospedale universitario di Örebro in Svezia). La straordinaria fioritura delle terapie di gruppo nell'ultimo dopoguerra vede in prima linea i laboratori di Marian Chace, Trudi Schoop, Rose Gaetner. Gli influssi di Freud e di altri psicologi sull’importanza dell’inconscio nella vita psichica dell’individuo, hanno influenzato il mondo dell’arte del ventesimo secolo, compresa la danza. All’inizio degli anni quaranta l'antesignana Marian Chace scopre la profondità del linguaggio corporeo, soprattutto in persone che non possono utilizzare il canale verbale per comunicare, con risultati stupefacenti. Per la Chace, che ha avuto il merito di mettere in luce la funzione catartica della danza, "l'immagine del corpo è primariamente una creazione sociale", laddove il perno di fondo è l’empatia, la comunicazione immediata nell’accettazione del movimento. Nel corso del Novecento gli scienziati americani conducono numerosi esperimenti. Ad alcuni pazienti anziani malati di Parkinson viene fatto praticare il Tango. Il risultato del test, che valuta lo stato dell’equilibrio statico e dinamico e quello che analizza la capacità di eseguire movimenti complessi, (come girare attorno ad una sedia, sedersi, alzarsi), è straordinariamente positivo rispetto a chi non danza. Ai malati di Alzheimer, sottoposti ad attività sportive che potessero contrastare lo sviluppo della demenza, delle attività fisiche prese in esame (andare in bicicletta, nuotare, giocare a golf) nessuna aveva effetti positivi, salvo una: il foxtrot, ballo di coppia che ridurrebbe statisticamente di molto il rischio di demenza. In Italia sono state introdotte diverse tecniche che utilizzano il "mezzo danza" per curare e ridare benessere psicofisico, a seconda degli orientamenti nazionali. Tra le prime figure centrali Maria Fux, coreografa argentina, nei primi anni novanta introduce la sua "penetrante e serena presenza di energia forte" durante le sue lezioni tra danza e terapia in Italia, come scrive Sergio Massaglia, direttore di "Civica". Se per millenni l’uomo ha avuto il bisogno soprattutto di procacciarsi il cibo e trovarsi una donna per procreare, nel corso dell’ultimo secolo l'esigenza di danzare rituale, festosa e poi accademica d'ora in poi assume un ruolo altrettanto fondamentale nella storia dell'umanità nella sua funzione curativa dell'anima e del corpo. La danza, che per sua natura si indirizza sempre nella parte sana dell’esplorazione del mondo, guarda fiduciosa, dunque, a nuove sfide che passano proprio nel rapporto mente-corpo e che attraversa tutta l'evoluzione storica del pensiero umano e si proietta verso nuove frontiere, tutte meravigliosamente da scoprire.MASSIMILIANO RASO