La conferenza sulla Terza Rivoluzione Industriale (TRI) in terra jonica che si è svolta a Pulsano domenica scorsa, ha affrontato un tema cruciale per lo sviluppo e reindustrializzazione di tutta la Regione Puglia, e in particolr modo per la terra "gemella (nel martirio fossile) del brindisino. Anche a Brindisi come a Taranto, infatti, un malinteso e distorto concetto di sviluppo ha devastato il territorio e mortificato la sua vocazione agricola, culturale e turistica, la ricchezza reale e non effimera della nostra terra.
Sta ormai diventando sempre più evidente che con una sovraccapacità produttiva del 200% su scala nazionale (300% in Puglia), le centrali energetiche fossili, hanno perduto la funzione originaria di fornitori di energia e si sono ridotte a semplici macchine da profitto per i monopoli fossili, e quando questi profitti non sono più garantiti dal mercato (ah! il mitico mercato!) ecco che li esigono dallo stato come sovvenzioni con l'immaginifico stratagemma di "capacity payment".
In forte difficoltà di immagine e anche economica, i gruppi fossili non trovano di meglio per auto giustificare la loro inquinante presenza, che ricorrere alla sistematica falsificazione della realtà e delle leggi della termodinamica: le rinnovabili sarebbero troppo care, quando è vero esattamente il contrario perchè siccome il sole il vento non si pagano, le rinnovabili hanno zero costi di approvvigionamento.
Ma i monopoli fossili ricorrono a un trucco ancora più odioso: il ricatto occupazionale. Prendono in ostaggio i lavoratori con la complicità di politici locali incompetenti o (chissà perchè) compiacenti, secondo un modello ben collaudato dall'ILVA di Taranto alla centrale di CERANO in provincia di Brindisi, due moloch dell'era fossile che devono essere chiusi e bonificati quanto prima per abbracciare il modello distribuito della TRI.Infatti anche qui è vero esattamente il contrario: per ogni posto di lavoro perso nel vecchio e ormai non più sostenibile modello fossile, se ne creano almeno 5 nel nuovo modello della TRI un modello capace di produrre ricchezza distribuita, e lavoro con un saldo occupazionale netto per unità di prodotto. Il gruppo di lavoro di attivisti, tecnici e esperti di Territorio Zero Puglia (che si riunirà pubblicamente a Brindisi entro fine marzo) sta lavorando a uno studio per quantificare con precisione scientifica questi benefici occupazionali.
Mi sembra che sconfiggere l'ipocrisia di chi usa i lavoratori come scudi umani per spremere fino in fondo il limone dei fossili, incurante dei danni all'ambiente e alla salute pubblica, sia il passo decisivo per uscire dalla politica fossile e entrare decisamente, grazie alla TRI, nel futuro della politica solare
Angelo Consoli
FONTE: http://www.brindisisera.it/news_dettaglio.asp?di=Ambiente&articolo=Taranto+e+Brindisi+uniti+nella+transizione+verso+la+Terza+Rivoluzione+Industriale&id_articolo=18373