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sabato 8 giugno 2013

ENRICO BONDI.... LICENZA DI UCCIDERE

Nella intricata vicenda dell’ILVA Spa sempre più predomina la figura di Bondi Enrico, il manager detto mani di forbice e con licenza di sistemare i conti, a parer nostro, anche a scapito della salute dei tarantini. Infatti, perché mai Bondi, che avrà pieni poteri sul sub commissario e sui 3 commissari scelti dal Ministero dell’Ambiente (ma solo fra 60 gg), dovrebbe migliorare le condizioni di salute dei lavoratori e dei tarantini, se il nuovo decreto “salva ILVA”, così recita: “I proventi derivanti dall’attività dell’impresa commissariata restano nella disponibilità del commissario nella misura necessaria all’attuazione dell’aia ed alla gestione dell’impresa  nel  rispetto delle previsioni del presente decreto.” E ancora “predispone … entro 60 giorni dalla nomina … il piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti. Il piano deve altresì prevedere le azioni ed i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge, e dell’AIA, la cui contestata violazione ha determinato il commissariamento”.
Si avete letto bene, un piano che ricalcola tempi e azioni. Un’AIA che andrebbe revocata immediatamente, verrà sostanzialmente ancor più annacquata nei tempi e nei modi. Ma del resto se un Ministro dichiara che “Bondi, e’ una garanzia”, e ancora di aver “preso il più bravo giocatore sul mercato” per salvare “una ricchezza del Paese” come l’Ilva di Taranto che “va salvata a tutti i costi”, perché “il contrario non crea solo un problema occupazionale e un problema economico per il nostro Paese, perché ne risentirebbe tutto il settore della meccanica - prosegue il ministro- ma non risolverebbe e anzi aggraverebbe il problema ambientale perché non ci sarebbero risorse per risanare un sito di quelle dimensioni”, cosa potevamo aspettarci?
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Ricordiamo al Ministro che neppure ILVA Spa ha le risorse economiche, oltre le intenzioni, per risanare, visti i 2.9 miliardi di debiti. Dove troveranno i 3.5 miliardi per un presunto risanamento ed i restanti denari necessari per le bonifiche? Ma c’è Bondi al timone ora della fabbrica ed egli ha gestito aziende finite poi quasi tutte all’estero…a buon intenditore poche parole. Una cosa è certa, il consigliere di Mario Monti, è un uomo di sistema, di quel sistema delle banche che gioca ancora al  risiko industriale a spese di cittadini e lavoratori.  Non staremo a guardar morire i nostri concittadini ed i nostri operai, siatene certi. Impediremo con tutte le nostre forze che l’economia tarantina rimanga dipendente dalle dinamiche incoscienti e criminali del polo siderurgico, che è, a parere nostro, ostacolo dello sviluppo locale, una cattedrale che desertifica.
Comunicato stampa di Comitato Taranto “LIDER”

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