Lido Bruno, è attesa nelle prossime ore l’ordinanza sindacale che impone il divieto di balneazione. Almeno sino a quando l’Arpa Puglia non effettuerà nuove analisi. Lo conferma alla Gazzetta l’assessore comunale all’Ambiente, Vincenzo Baio, che aggiunge: «Il lavoro solerte dell’Amministrazione comunale che, negli ultimi due mesi, ha intensificato il suo rapporto di collaborazione con l’Arpa e con la Capitaneria di Porto. Ricorderei poi che il Comune di Taranto - prosegue l’esponente della giunta Stefàno - è proprietario dell’impianto ma il gestore è l’Aqp spa, l’Acquedotto pugliese, attraverso la società Pura (tesi diversa è quella di Aqp, ndr). Le ultime analisi effettuate dall’Agenzia regionale per l’ambiente - precisa Baio - hanno avuto un esito negativo rispetto alla presenza di agenti inquinanti in mare. Per essere più chiari, le ultime e recenti analisi a nostra disposizione hanno confermato che non ci sono batteri anche se è stata rilevata una presenza superiore di azoto ammoniacale. Ora, considerati i rilevi dell’altroieri della Guardia costiera chiederemo all’Arpa di svolgere nuove analisi di controllo. Per sicurezza, per garantire l’incolumità dei cittadni, tra oggi e domani sistemeremo i divieti di balneazione».
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La decisione che l’Amministrazione comunale sta maturando è la prima, diretta, conseguenza del sequestro scattato l’altroieri ad opera della Capitaneria di Porto. La Guardia costiera, infatti, ha accertato uno stato di totale degrado ed abbandono di una parte dell’impianto di depurazione «Gennarini». Nel verbale della Capitaneria, infatti, si denuncia la «mancanza di una pur minima attività di manutenzione e conseguente grave malfunzionamento dello stesso impianto».