Un ironico paradosso, sicuramente non voluto e del tutto casuale. Ma ugualmente inquietante. Nello stesso giorno in cui viene dichiarato il decesso di Ermanno Masini, pensionato di 64 anni che va ad aggiungersi al troppo lungo elenco di vittime della furia omicida del ghanese Kabobo, composto già dal quarantenne Alessandro Carolé e dal giovane ventunenne Daniele Carella, la polizia postale di Bologna piomba in casa di Alessandro M., un utente twitter emiliano reo di aver invitato il popolo del social network a postare altri fotomontaggi sulla permalosa presidente della Camera Laura Boldrini.
Il fatto è grave di per sé, perché non è proprio di una democrazia occidentale. Peggio di qualsiasi legge bavaglio vera o presunta contro cui il popolo del web si era furiosamente schierato, anche con manifestazioni e iniziative. Silenzio totale invece sulla mannaja di Laura Boldrini, che oltre ad aver preteso per sé una scorta di sette poliziotti della divisione crimini informatici, ha invocato leggi più severe per regolare internet. I primi effetti della “scorta” voluta e pretesa dalla Boldrini li stiamo vedendo: un giornalista è indagato per aver pubblicato un improbabile fotomontaggio su facebook, altri sono stati invitati a rimuovere post e tweet, altri ancora, come Alessandro M., si sono visti la polizia postale piombare in casa. E un pm apre un’inchiesta sulla base di una denuncia di “cyberbullismo” che in altri casi, quando a presentarla sono stati comuni cittadini, aveva chiesto di archiviare.
Lo stesso malcapitato Alessandro, così come altri contestatori di Laura Boldrini terrorizzati dallo spauracchio della polizia postale, ha invitato a parlare il meno possibile della vicenda che lo riguarda. Il primo indagato, il giornalista, si è invece visto costretto a chiedere pubblicamente scusa.
Non è normale. Non è da Paese democratico, non è da Paese civile, non è da democrazia occidentale. Ma tant’è.
Ad angosciare ancora di più è però l’accostamento con Kabobo. Non c’è malafede da parte nostra, non vogliamo ricordare il passato di Laura Boldrini, ex commissario dell’Onu per i rifugiati politici, né le sue posizioni pro-immigrati talmente estremiste da far “impallidire” persino il ministro Kyenge. No, non è questo il problema.
Il fatto è grave di per sé, perché non è proprio di una democrazia occidentale. Peggio di qualsiasi legge bavaglio vera o presunta contro cui il popolo del web si era furiosamente schierato, anche con manifestazioni e iniziative. Silenzio totale invece sulla mannaja di Laura Boldrini, che oltre ad aver preteso per sé una scorta di sette poliziotti della divisione crimini informatici, ha invocato leggi più severe per regolare internet. I primi effetti della “scorta” voluta e pretesa dalla Boldrini li stiamo vedendo: un giornalista è indagato per aver pubblicato un improbabile fotomontaggio su facebook, altri sono stati invitati a rimuovere post e tweet, altri ancora, come Alessandro M., si sono visti la polizia postale piombare in casa. E un pm apre un’inchiesta sulla base di una denuncia di “cyberbullismo” che in altri casi, quando a presentarla sono stati comuni cittadini, aveva chiesto di archiviare.
Lo stesso malcapitato Alessandro, così come altri contestatori di Laura Boldrini terrorizzati dallo spauracchio della polizia postale, ha invitato a parlare il meno possibile della vicenda che lo riguarda. Il primo indagato, il giornalista, si è invece visto costretto a chiedere pubblicamente scusa.
Non è normale. Non è da Paese democratico, non è da Paese civile, non è da democrazia occidentale. Ma tant’è.
Ad angosciare ancora di più è però l’accostamento con Kabobo. Non c’è malafede da parte nostra, non vogliamo ricordare il passato di Laura Boldrini, ex commissario dell’Onu per i rifugiati politici, né le sue posizioni pro-immigrati talmente estremiste da far “impallidire” persino il ministro Kyenge. No, non è questo il problema.
La questione è che mentre Laura Boldrini si dimostra forcaiola con gli utenti di facebook e twitter che la contestano, tira fuori una stucchevole dichiarazione garantista per il triplice omicida ghanese: “Se ha ucciso, sarà condannato”.
SE ha ucciso, formula dubitativa.
Non sapeva cosa dire, Laura Boldrini, per difendere il suo protetto. Ha potuto solo limitarsi ad un garantismo di facciata, perché sulla colpevolezza di Kabobo non ci sono dubbi.
Non c’è da scherzare, cara Laura Boldrini. Questo criminale ha ucciso tre persone. In un modo atroce. Li ha presi a picconate, di spalle, da vigliacco. Li ha colpiti per massacrarli, volendo ucciderli. E si è scagliato contro italiani, probabilmente in nome dell’odio razziale.
C’è ben poco da essere garantisti. Si può esserlo per i processi politici, non per Kabobo. E soprattutto si può esserlo per gli utenti dei social network che La contestano, cara Laura Boldrini.
Loro non sono assassini. E tutto sommato non fanno niente di male.
Se gli insulti o le minacce su internet, che riceviamo tutti soprattutto se ci occupiamo di politica a qualsiasi livello, La disturbano tanto, faccia una cosa: si dimetta, e torni a godersi una vita da comune cittadina, anche fuori dall’odiata Italia.
Non è solo un consiglio, ma un auspicio. Pochi italiani La stimano, e sono troppi per essere tutti perquisiti dalla polizia postale.
SE ha ucciso, formula dubitativa.
Non sapeva cosa dire, Laura Boldrini, per difendere il suo protetto. Ha potuto solo limitarsi ad un garantismo di facciata, perché sulla colpevolezza di Kabobo non ci sono dubbi.
Non c’è da scherzare, cara Laura Boldrini. Questo criminale ha ucciso tre persone. In un modo atroce. Li ha presi a picconate, di spalle, da vigliacco. Li ha colpiti per massacrarli, volendo ucciderli. E si è scagliato contro italiani, probabilmente in nome dell’odio razziale.
C’è ben poco da essere garantisti. Si può esserlo per i processi politici, non per Kabobo. E soprattutto si può esserlo per gli utenti dei social network che La contestano, cara Laura Boldrini.
Loro non sono assassini. E tutto sommato non fanno niente di male.
Se gli insulti o le minacce su internet, che riceviamo tutti soprattutto se ci occupiamo di politica a qualsiasi livello, La disturbano tanto, faccia una cosa: si dimetta, e torni a godersi una vita da comune cittadina, anche fuori dall’odiata Italia.
Non è solo un consiglio, ma un auspicio. Pochi italiani La stimano, e sono troppi per essere tutti perquisiti dalla polizia postale.