La questione è che mentre Laura Boldrini si dimostra forcaiola con gli utenti di facebook e twitter che la contestano, tira fuori una stucchevole dichiarazione garantista per il triplice omicida ghanese: “Se ha ucciso, sarà condannato”.
SE ha ucciso, formula dubitativa.
Non sapeva cosa dire, Laura Boldrini, per difendere il suo protetto. Ha potuto solo limitarsi ad un garantismo di facciata, perché sulla colpevolezza di Kabobo non ci sono dubbi.
Non c’è da scherzare, cara Laura Boldrini. Questo criminale ha ucciso tre persone. In un modo atroce. Li ha presi a picconate, di spalle, da vigliacco. Li ha colpiti per massacrarli, volendo ucciderli. E si è scagliato contro italiani, probabilmente in nome dell’odio razziale.
C’è ben poco da essere garantisti. Si può esserlo per i processi politici, non per Kabobo. E soprattutto si può esserlo per gli utenti dei social network che La contestano, cara Laura Boldrini.
Loro non sono assassini. E tutto sommato non fanno niente di male.
Se gli insulti o le minacce su internet, che riceviamo tutti soprattutto se ci occupiamo di politica a qualsiasi livello, La disturbano tanto, faccia una cosa: si dimetta, e torni a godersi una vita da comune cittadina, anche fuori dall’odiata Italia.
Non è solo un consiglio, ma un auspicio. Pochi italiani La stimano, e sono troppi per essere tutti perquisiti dalla polizia postale.