"Parrucchieri ed estetiste consegneranno ad amministratori
pubblici ed organi di controllo una petizione per dire basta
all'abusivismo". A denunciare la situazione di concorrenza sleale a
cui sono sottoposti parrucchiere ed estetiste è la Confartigianato di
Taranto, con un comunicato a firma del suo segretario provinciale,
Fabio Paolillo .
"La situazione è disastrosa. – afferma il comunicato - Decideremo una giornata di protesta per esprimere il disagio degli operatori del settore per situazioni di concorrenza sleale ormai impossibili da sostenere.
Acconciatori ed estetiste della provincia di Taranto hanno fatto enormi investimenti in formazione ed aggiormento professionale, per allestire le proprie attività con le migliori tecnologie esistenti. La nostra sarà una provocazione per esprimere il continuo e persistente disagio con cui ciascuno degli operatori si trova costretto a fare i conti. Non solo il gravoso carico fiscale ma anche, e soprattutto, la carente azione di controllo nei confronti degli abusivi che, a causa della crisi, spadroneggiano sempre più, a tutte le latitudini, con il servizio a domicilio diventato ormai un rituale incontrollato che determina situazioni di mercato irregolare .
La questione è molto seria – dichiara Paolillo - ed è arrivato il momento di dire basta. Le nostre imprese sono in ginocchio. Non ce la facciamo più a sopportare questa situazione. La pubblica opinione deve riflettere sulle conseguenze causate da questa situazione: l’abusivo non paga le tasse, non rispetta i requisiti igienico sanitari, non utilizza correttamente apparecchiature e cosmetici.
Parliamo di concorrenza sleale con un altissimo danno economico per le aziende regolari vista la diffusione di questo fenomeno illegale che si colloca attorno al 50% dell’intero mercato. Non solo. L’abusivismo ha anche un effetto devastante in termini di “costi sociali”. Si pensi all’evasione fiscale, ai contributi non versati, all’impatto sui servizi sociali dei quali l’abusivo stesso usufruisce perché risulta disoccupato e i clienti sono sempre più consapevoli che dietro a una piega a 8 euro si nasconde una realtà che va ad influire negativamente sui servizi sociali per la cittadinanza.
Questo, per non parlare dei danni provocati alla clientela. I rischi che si corrono affidandosi ad operatori abusivi sono notevoli: dermatiti, micosi, funghi, allergie, dovute a epilazioni non corrette, prodotti non testati, scaduti o di scarsa qualità; traumi muscolari e danni ai capillari causati da massaggi non professionali o dall’utilizzo scorretto di apparecchiature ma, nei casi più gravi, anche epatite C o Aids provocati da strumenti non sterilizzati correttamente.
Al contrario, conclude il comunicato - i saloni regolari assicurano il rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie in merito alla sterilizzazione degli strumenti, all’igiene degli operatori, all’utilizzo di cosmetici ed apparecchiature: una garanzia per il cliente.
Ma chi sono gli abusivi? Sono soggetti sconosciuti al fisco: evasori totali. Spesso persone che lavorano senza titoli professionali, senza le iscrizioni previste per legge, allestendo negozi in casa o girando con la valigetta. Oppure dipendenti di saloni che, dopo l’orario lavorativo, fanno prestazioni nelle case dei clienti per poi scivolare del tutto nell’illegalità. Diversi ma altrettanto gravi i fenomeni delle prestazioni svolte da cittadini extracomunitari, che dietro a prezzi stracciati nascondono tutta una serie di irregolarità che vanno impedite e sanzionate, e di attività equivoche che compromettono l’immagine dell’intera categoria delle estetiste ed acconciatori.
Crediamo che fino ad oggi il problema sia stato sottovalutato ma questa situazione non è più tollerabile. Ecco perchè Confartigianato profonderà i propri sforzi per far ristabilire la legalità.
Incontreremo le istituzioni e gli organi di controllo a cui chiederemo un forte impegno contro l’abusivismo. Se c’è la volontà istituzionale di agire contro il fenomeno, allora è possibile ottenere dei risultati ed è importante stringere il cerchio su questo fronte, per far capire che non c’è terreno fertile per l’illegalità.
Chiederemo anche che la Regione Puglia si decida finalmente a recepire al più presto la normativa nazionale sui requisiti per accedere alla professione, con particolare riferimento alla introduzione di criteri selettivi per lo svolgimento della formazione.
Confartigianato, nel dare ascolto alle richieste delle imprese, non è più disposta ad aspettare e coordinerà la protesta delle aziende del settore per sensibilizzare l'opinione pubblica e principalmente gli organi preposti ai controlli, polizia annonaria in primis. Le modalità operative saranno decise nel corso delle prossime riunioni che si terranno a breve scadenza.
"La situazione è disastrosa. – afferma il comunicato - Decideremo una giornata di protesta per esprimere il disagio degli operatori del settore per situazioni di concorrenza sleale ormai impossibili da sostenere.
Acconciatori ed estetiste della provincia di Taranto hanno fatto enormi investimenti in formazione ed aggiormento professionale, per allestire le proprie attività con le migliori tecnologie esistenti. La nostra sarà una provocazione per esprimere il continuo e persistente disagio con cui ciascuno degli operatori si trova costretto a fare i conti. Non solo il gravoso carico fiscale ma anche, e soprattutto, la carente azione di controllo nei confronti degli abusivi che, a causa della crisi, spadroneggiano sempre più, a tutte le latitudini, con il servizio a domicilio diventato ormai un rituale incontrollato che determina situazioni di mercato irregolare .
La questione è molto seria – dichiara Paolillo - ed è arrivato il momento di dire basta. Le nostre imprese sono in ginocchio. Non ce la facciamo più a sopportare questa situazione. La pubblica opinione deve riflettere sulle conseguenze causate da questa situazione: l’abusivo non paga le tasse, non rispetta i requisiti igienico sanitari, non utilizza correttamente apparecchiature e cosmetici.
Parliamo di concorrenza sleale con un altissimo danno economico per le aziende regolari vista la diffusione di questo fenomeno illegale che si colloca attorno al 50% dell’intero mercato. Non solo. L’abusivismo ha anche un effetto devastante in termini di “costi sociali”. Si pensi all’evasione fiscale, ai contributi non versati, all’impatto sui servizi sociali dei quali l’abusivo stesso usufruisce perché risulta disoccupato e i clienti sono sempre più consapevoli che dietro a una piega a 8 euro si nasconde una realtà che va ad influire negativamente sui servizi sociali per la cittadinanza.
Questo, per non parlare dei danni provocati alla clientela. I rischi che si corrono affidandosi ad operatori abusivi sono notevoli: dermatiti, micosi, funghi, allergie, dovute a epilazioni non corrette, prodotti non testati, scaduti o di scarsa qualità; traumi muscolari e danni ai capillari causati da massaggi non professionali o dall’utilizzo scorretto di apparecchiature ma, nei casi più gravi, anche epatite C o Aids provocati da strumenti non sterilizzati correttamente.
Al contrario, conclude il comunicato - i saloni regolari assicurano il rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie in merito alla sterilizzazione degli strumenti, all’igiene degli operatori, all’utilizzo di cosmetici ed apparecchiature: una garanzia per il cliente.
Ma chi sono gli abusivi? Sono soggetti sconosciuti al fisco: evasori totali. Spesso persone che lavorano senza titoli professionali, senza le iscrizioni previste per legge, allestendo negozi in casa o girando con la valigetta. Oppure dipendenti di saloni che, dopo l’orario lavorativo, fanno prestazioni nelle case dei clienti per poi scivolare del tutto nell’illegalità. Diversi ma altrettanto gravi i fenomeni delle prestazioni svolte da cittadini extracomunitari, che dietro a prezzi stracciati nascondono tutta una serie di irregolarità che vanno impedite e sanzionate, e di attività equivoche che compromettono l’immagine dell’intera categoria delle estetiste ed acconciatori.
Crediamo che fino ad oggi il problema sia stato sottovalutato ma questa situazione non è più tollerabile. Ecco perchè Confartigianato profonderà i propri sforzi per far ristabilire la legalità.
Incontreremo le istituzioni e gli organi di controllo a cui chiederemo un forte impegno contro l’abusivismo. Se c’è la volontà istituzionale di agire contro il fenomeno, allora è possibile ottenere dei risultati ed è importante stringere il cerchio su questo fronte, per far capire che non c’è terreno fertile per l’illegalità.
Chiederemo anche che la Regione Puglia si decida finalmente a recepire al più presto la normativa nazionale sui requisiti per accedere alla professione, con particolare riferimento alla introduzione di criteri selettivi per lo svolgimento della formazione.
Confartigianato, nel dare ascolto alle richieste delle imprese, non è più disposta ad aspettare e coordinerà la protesta delle aziende del settore per sensibilizzare l'opinione pubblica e principalmente gli organi preposti ai controlli, polizia annonaria in primis. Le modalità operative saranno decise nel corso delle prossime riunioni che si terranno a breve scadenza.