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giovedì 5 luglio 2012

LA RICONVERSIONE DELLA SURAL DI TARANTO E' UN FALSO



Frederic George Etienne Scheer, amministratore delegato Cereplast.Frederic George Etienne Scheer, amministratore delegato Cereplast.

 «Quel documento è un falso. La lettera con oggetto la manifestazione d’interesse per la riconversione industriale delle ex fonderie Sural spa di Taranto non è vero. Mi recherò immediatamente in questura per sporgere denuncia contro gli autori dello scritto fasullo che riporta la mia firma». È esterrefatto e adirato al telefono Frederic George Etienne Scheer, amministratore delegato di Cereplast Italia spa, la multinazionale statunitense che produce oggetti in bioplastica da resine vegetali.
Da un anno risulta in verbali dell’ufficio provinciale del lavoro di Taranto, in lettere e documenti in possesso della task force regionale per l’occupazione, dei sindacati e della curatela fallimentare dell’ex società che fabbricava laminati in alluminio sulla statale Appia, l’esistenza di un master plan, un piano industriale di riconversione presentato da Cereplast Italia spa, che fa seguito a una manifestazione d’interesse datata 13 dicembre 2011. Una bufala, secondo i vertici della multinazionale. Non esiste nulla. Un giallo, che i vertici Cereplast vorrebbero risolvere. Nella manifestazione di interesse indirizzata agli assessori regionali al Welfare e allo Sviluppo economico, Elena Gentile e Loredana Capone, è scritto che si fa seguito a un primo contatto del 31 maggio 2011 e si richiede uno «slittamento delle conseguenti formalizzazioni al 31 marzo 2012», delegando il «dottor Adamo Gentile a rappresentare Cereplast Italia nella fase di approfondimento della trattativa». «Non sappiamo chi sia il dottor Gentile - spiega ancora Scheer - non abbiamo mai delegato nessuno a trattare e non sappiamo neanche dell’esistenza della Sural di Taranto. Abbiamo fatto un sondaggio, oltre un anno fa, con la Regione per capire se ci fossero situazioni interessanti per eventuali investimenti in Puglia. Ma ci siamo fermati lì. Non siamo mai andati oltre».

La Sural spa, con sedi in Canada e Venezuela, è stata dichiarata fallita nel 2009. In attività per un decennio alle porte della zona industriale tarantina, ha occupato in passato 140 lavoratori. Dal 2007, 88 dipendenti si trovano in cassa integrazione straordinaria. Il progetto di rilancio della Cereplast ha attivato una trattativa per l’acquisizione del capannone di color azzurro di 44 mila metri quadrati che affaccia sulla statale Taranto-Bari. E, soprattutto, ha dato una possibilità ai lavoratori. Quella di vedersi convertire l’ammortizzatore sociale di sostegno al reddito, in cassa integrazione in deroga, finanziata con i fondi a disposizione della Regione, fino al dicembre 2012. Una falsa promessa, perché il progetto è fasullo, secondo i vertici Cereplast Italia, che ieri hanno inviato una smentita agli assessori regionali, al curatore fallimentare Sural, l’avvocato Giuseppe Adeo Ostillio, ai consiglieri regionali tarantini, Michele Mazzarano e Donato Pentassuglia e ai sindacati, escludendo l’esistenza di qualsiasi contatto per la riconversione delle ex fonderie e diffidando «chiunque ad utilizzare il nome Cereplast se non espressamente autorizzato».
Gino Martina

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