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lunedì 9 luglio 2012

ILVA. SI DIMETTE CAPOGROSSO


Dopo aver centralizzato attività in passato svolte da ditte esterne, ora l’Ilva sembra intenzionata a compiere il percorso inverso. Cosa sta accadendo nel colosso siderurgico? Per ora ci sono un po’ di elementi concreti e qualche sensazione. Tra i dati di fatto già acclarati c’è la presenza della Steel Service, realtà gemmata dalla Semat, che si occupa dei servizi di pulizia industriale. Ed è proprio questa presenza a preoccupare i sindacati. «In questa realtà – spiega Antonio Talò, segretario generale della Uilm – i lavoratori sono sottoposti a trattamenti salariali diversi. I 150 che provengono dalla Semat hanno mantenuto la retribuzione che già avevano. Agli altri 60 dipendenti neo assunti, invece, viene applicato il contratto del settore servizi ed erogata una retribuzione diversa. C’è, quindi, una situazione iniqua di cui vogliamo discutere. Ma non si tratta solo di una questione di soldi, benchè non di secondaria importanza. Vogliamo capire cosa intende fare l’Ilva. Vuole avviare una nuova fase di terziarizzazione delle attività, come accadde a fine anni Novanta? Se così fosse ci sarebbero un po’ di cose da discutere a cominciare da quale contratto applicare ai lavoratori. A nostro avviso, considerate le attività svolte ed i luoghi di lavoro, il contratto di riferimento deve essere quello dei metalmeccanici. E non solo per una questione salariale. Per noi non sono secondari gli aspetti che attengono alla sicurezza, ai ritmi di produzione».
Nei prossimi giorni, quindi, potrebbe aprirsi una fase di confronto con l’azienda anche perchè ci sono segnali che lasciano pensare che il ricorso a terzi potrebbe ampliarsi. «Un’area che stiamo attentamente monitorando da questo punto di vista – continua Talò – è quella della Manutenzione refrattari. A seguito dell’ormai imminente ripartenza dell’Afo 4, programmata tra fine marzo e inizio aprile, l’Ilva sta spostando il personale di questo reparto proprio sull’altoforno per sopperire alla mancanza di personale. Non vorremmo che per effetto di questo svuotamento, le Manutenzioni refrattarie subissero la stessa sorte delle pulizie industriali con l’ingresso di ditte e lavoratori esterni. Se questi sono i piani dell’azienda vorremmo esserne messi a conoscenza».

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