Di Lauro: "La 'Regionale otto' una nuova catastrofe ecologica"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Francesco Di Lauro, Presidente pro tempore della Ass. ‘Azzurro Ionio’ e membro del Collegio Nazionale dei Probi viri del WWF in merito alla costituzione della "Regionale otto", la strada regionale che collegherebbe Talsano ad Avetrana. Un progetto ritenuto faraonico che metterebbe in pericolo siti naturali e la sopravvivenza di numerose specie animali.
"Chi, durante le ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Taranto, ha seguito in TV i primi exit-poll che annunciavano la probabile designazione di Gianni Florido, PD, quale Presidente della Provincia, avrà avuto un sussulto : nella sede del comitato elettorale, circondato dalle telecamere, a’babbomortocaldo’ come direbbero i toscani, Gianni Florido, quello che non ancora ufficialmente era da considerarsi il neo Presidente della Provincia di Taranto, ebbe una sortita indimenticabile per lungimiranza , spessore politico, senso della realtà, amore per il territorio e considerazione sociale ; in una Provincia con il più alto tasso di neoplasie polmonari d’Europa secondo la stessa OMS, con una vocazione turistico culturale altissima ma umiliata dagli interessi metallurgici di quel Riva cognato dell’ex Presidente del Consiglio Dini (che gli ‘regalò l’ ITALSIDER mentre a Bagnoli la si smantellava per fare Tecnopolis), con un capoluogo messo in ginocchio dalla allegra gestione Di Bello, attorniato da una fascia costiera bellissima ma massacrata dagli abusi e tra campagne annichilite dal doppio impiego e dal servile adeguamento alle politiche comunitarie, cosa disse il Presidente Florido perché si capisse subito la ‘ stoffa’ del personaggio politico e la ‘filosofia’ che avrebbe verosimilmente illuminato il suo mandato ?
Cosa avrebbe tramandato ai posteri, il futuro Presidente, attraverso gli speakers delle tv locali che, a caldo, gli chiedevano quale sarebbe stata la priorità del proprio ufficio se confermate le percentuali di voti espressi a suo favore? “Faremo la regionale otto !” annunciò il Presidente, questo ebbe urgenza di dire, questo e solo questo, senza neanche i ringraziamenti di routine, con la stessa enfasi e con lo stesso effetto tra gli astanti di chi annuncia contento contento che due più due fa quattro e che l’acqua è bagnata.
A chi annunciava la lieta novella ? Agli imprenditori agricoli ed agli allevatori intorno a Statte rovinati dalla diossina ed ancora in causa per essere risarciti? Ai parenti delle vittime di incidenti stradali sulla Taranto –Massafra? Ai senza acquedotto e senza fogna di Taranto ‘vecchia’? Agli studenti senza riscaldamento e senza intonaci ? A Giovanni Rana, che con le cozze di Taranto voleva farci i ravioli e non i falò negli inceneritori? Ai cittadini di Sava, raffinatamente ricattati con un depuratore che scaricherà a mare e messi contro quelli di Avetrana , Maruggio, Manduria ? A Marescotti ed al suo seguito di ‘ puliti sognatori’? A quelli del WWF che hanno vegliato due mesi un nido di tartaruga a Torre Ovo, o alla signora Antonina, pensionata di Monacizzo ?
A chiunque parlasse Florido, parlava evidentemente solo agli ‘addetti ai lavori’, poiche’ a tutt’oggi nessuno o pochissimi sanno cosa sia la ‘Regionale 8’, a nessun comune mortale tarantino o lizzanese o manduriano essendo mai potuto importare, assorbiti da tutt’altre urgenze della vita reale, da dove venga, quanto costi in euro e in scempio del territorio , come sia potuta passare nel silenzio più totale - rotto solo dall’imbarazzante exploit di Florido- una simile mostruosità, il cui iter è in avanzato stato di realizzazione oltre che di putrefazione, risalendo il progetto originario, grande Florido, a circa mezzo secolo fa.
La famigerata ‘Regionale otto’ viene infatti partorita dalle ‘raffinatissime menti’ dell’establishement politico-affaristico democristiano negli anni sessanta con il nome di ‘Circumsalentina’, perché il suo tracciato percorreva tutta la Penisola Salentina, da Taranto ad Otranto, duplicando semplicemente la litoranea, correndole in parallelo a distanza di non più di 1,5 o due chilometri.
Era una tale porcheria che fu rigettata dagli stessi monocolore dc che amministravano Otranto, Leuca, Gallipoli, Nardò, e non se ne fece più niente.
Tenuta nel cassetto delle scrivanie politiche e negli studi tecnici ‘accreditati’ per circa 30 anni (!) la Circomsalentina è per certi ambienti come il Brunello di Montalcino, più passano gli anni, più è appetibile, e più ‘vale’. Alla fine degli anni 90 e’ il gioiello di famiglia di ingegneri, costruttori, inpresari e loro referenti politico-amministrativi i quali, passandosela di mano in mano, la accorciano nel tracciato, ma la raddoppiano nella sede, le cambiano addirittura nome, ‘Regionale Otto’, che fa più chic, anche se il percorso è ridotto ad un un terzo di quello iniziale.
Passano i decenni, ma il progetto sfida crisi economiche, politiche, sociali e ricompare, è proprio il caso di dirlo, in bocca a Gianni Florido, questa volta a quattro corsie, munito di svincoli autostradali e bretelle e complanari, ma .... è ancora più corto , il tracciato muore dopo Avetrana, per cui si chiama ora, con apprezzabile realismo in tempi di crisi, “ Talsano –Avetrana “.
Nella pomposa enfasi dei piazzisti del progetto , la ‘TA-AV ‘(!) porterà mirabilia, sviluppo e decongestionamento, forse anche qualche perlina, specchietti e polvere da sparo per le tribù locali, passando più o meno sullo stesso tracciato della bisnonna ‘ Circumsalentina’, in parallelo alla litoranea, devastando per 56 km con svincoli, complanari, strade di servizio ed altre porcherie inutili una fetta di territorio tra le più integre della fascia pre-costiera pugliese, equiparandoci al tratto adriatico dove corre la superstrada Brindisi -Bari ; uno scempio forse irrimediabile vista la pervicacia della provincia, la trasversalità delle lobby politiche e dei comitati d’affari interessati, nonchè i tempi stretti per contrastare questa zozzeria: il quindici settembre scadono i termini per presentare osservazioni da parte dei cittadini e dei comuni interessati, ovvero tutti quelli da Taranto a Porto Cesareo e, se non intervengono novità eclatanti, o una strenua opposizione, o problemi ‘endogeni’ alle lobby politiche e appaltatrici (come l’ultima rissa innanzi al TAR tra ditte partecipanti all’appalto e che ha determinato l’annullamento della gara per uno dei lotti), cambierà il paesaggio del mar Piccolo nei pressi della Salina Grande, scompariranno interi ettari di ulivi secolari e bellissimi, scomparirà la sorgente del fiume Borraco, molte masserie tra cui quella della Marina, gran parte della sezione interna della pineta dell’Arneo, lunghe porzioni della palude del Conte, le grotte e gli insediamenti neolitici a sud di Avetrana, eccetera, eccetera, così che tutto il territorio pre costiero che costeggia la cosiddetta ‘tarantina’ sarà massacrato da svincoli faraonici, 32 metri per quattro corsie di sede stradale principale più complanari e strade di servizio, un insulto alle vocazioni turistiche della fascia costiera ionico salentina orientale, la fine vera e propria dello sviluppo sostenibile di questo territorio.
Con la mancanza d pudore connaturata a questo genere di operazioni, i relatori del progetto nascondono sotto un linguaggio tenico la devastazione di molti siti naturali di interesse comunitario (SIC), inserendo col copia-incolla nella Valutazione di Impianto Ambientale elenchi di uccelletti e serpentelli varii con tanto di nome scientifico affianco, ipocrite foglie di fico seriali per dirci che loro ‘hanno studiato’, gliene frega qualcosa di quello che stanno per far scomparire, nel silenzio più assoluto di alcuni magistrati a dir poco ‘distratti’, delle amministrazioni e della politica locale, da sempre ‘aduse ad obbedir tacendo’, mai capaci di un gesto di generoso affrancamento che sottragga questo territorio alla gogna del degrado, del malaffare politico ed istituzionale, della sentina in cui confluiscono i progetti più dissennati, dalle centrali atomiche agli impianti truffa dell’Arneo sul Chidro, dai dissalatori ai ponti litoranei, dal depuratore di Lizzano, che scarica in uno dei rarissimi corsi d’acqua di questa fascia costiera, a quello di Specchiarica, che convoglierà gli scarichi di quattro comuni in una mare a bandiera blu, di fronte all’oasi naturale della Salina. Con buona pace di Nichi Vendola , ma soprattutto di chi si aspettava da lui , il ‘pre-si-den-te-po-e-ta’, qualcosa di meglio di una rima baciata col peggio della politica passata".