Lo stabilimento di Taranto
TARANTO - «Un eventuale provvedimento drastico della magistratura
produrrebbe una sorta di effetto domino legato alla miriade di attività
legate all'acciaio, quindi non soltanto industriali in senso stretto».
Lo afferma in una nota Confindustria Taranto riferendosi al «tangibile
rischio di chiusura degli impianti del centro siderurgico derivante dal
procedimento aperto dalla magistratura in cui si contesta anche il reato
di disastro ambientale».
Una situazione che ha generato il diretto interessamento della
Regione Puglia, la convocazione di un tavolo tecnico e a strettissimo
giro di un altro, di carattere istituzionale, che si terrà giovedì
direttamente al ministero dell'Ambiente. L'eventuale chiusura dell'area
a caldo dello stabilimento di Taranto, secondo Confindustria, avrebbe
«ripercussioni fortissime sulla tenuta complessiva del sistema Taranto e
non solo. Parliamo infatti di una produzione che è prioritaria a
livello nazionale, perché l'Ilva di Taranto è l'unico impianto che
garantisce la produzione». L'associazione degli industriali teme
«implicazioni di carattere sociale che il provvedimento, a cascata,
potrebbe produrre nel giro di pochissimo tempo, e senza possibilità di
inversioni di rotta». Confindustria Taranto chiama a raccolta le imprese
per avviare un dibattito interno e quindi definire una linea comune.
Mercoledì 18 luglio è prevista infatti una riunione di giunta
straordinaria nel corso della quale si discuterà della vicenda.