A Parma, pur con le interferenze di Grillo, il sindaco
Federico Pizzarotti alla fine è riuscito a varare la sua giunta. A
Taranto, al cinquantottesimo giorno dal suo insediamento, Ezio Stefàno è
ancora alle prese con le alchimie dei partiti per mettere insieme la
squadra di assessori. La realtà con cui fare i conti è dura: solo nove
posti per gli otto gruppi di maggioranza, considerando che il sindaco
due assessorati li riserverà a tecnici di sua fiducia. Il numero scende a
sette, pochissimi per le ambizioni che ci sono in giro. Fino a ieri
sera era riuscito a riempire solo tre caselle.
Questa mattina debutta il consiglio comunale scaturito
dalle elezioni di maggio e, oltre alla convalida dei 32 eletti, al
giuramento del sindaco, alla lettura del programma, l’ordine del giorno
contempla anche la composizione della giunta, nove assessori e non più
quattordici, e l’elezione del presidente e del vice presidente del
Consiglio. Questi ultimi due punti sono rinviati. Dopo i proclami a
mezzo stampa, riunioni di gruppo, assemblee di partito, soltanto ieri
sera c’è stato lo scatto finale che ha portato a una composizione
parziale della giunta. La sfilata delle delegazioni dei gruppi è
cominciata attorno alle 17 ed è proseguita fino a sera inoltrata. I
nuovi assessori dello Stefàno-bis sono: Lucia Viafora (Sel) con delega
ai Servizi sociali e Politiche giovanili; Barbara Scozzi, ricercatrice e
docente di discipline economico-gestionali al Dipartimento di
Ingegneria del Politecnico, che ha ricevuto la delega al Patrimonio, per
un periodo di sei mesi; Francesco Cosa, nuovo assessore alla
Pianificazione urbanistica, Edilità ed Area Vasta. Per effetto di queste
nomine entra per la prima volta in Consiglio comunale Domenico
Bellangino, del gruppo Sel, e rientra Davide Nistri, già assessore, di
Sds.
«In questo periodo di intenso lavoro - ha commentato il sindaco -
dobbiamo attendere per la presentazione ufficiale della nuova giunta
comunale nella sua completezza. Intanto, saremo presenti nel primo
Consiglio comunale di questa nuova legislatura con i tre nuovi
assessori». Nei prossimi giorni Stefàno cercherà di sciogliere il nodo
più serio che sta ritardando la composizione della giunta. Dal
ballottaggio sono trascorsi due mesi durante i quali i partiti, come se
il tempo passasse invano e la politica fosse sempre uguale a se stessa,
hanno avanzato le proprie richieste suddividendo posti veri e presunti
con il bilancino dei risultati elettorali, facendo finta di trascurare
le indicazioni che il sindaco non ha mancato di dare e minacciando,
ancor prima di andare nell’aula del consiglio comunale, di passare già
all’opposizione. E’ il caso del Partito democratico che frazionato in
tre s’è presentato alle elezioni e lottizzato in tre si presenta da
Stefàno a chiedere assessorati. La componente «pelilliana», forte di
cinque consiglieri su sette, cerca di imporre la linea del non
scorrimento della lista e fornisce nomi "blindati" (Scarcia e Musillo)
della serie prendere o lasciare. Un sistema sgradito all’ala
"floridiana" e alla frazione "vichiana", e non accettata dallo stesso
sindaco il quale vuole assegnare responsabilità amministrative a chi ha
partecipato alle elezioni riportando la fiducia dei cittadini.
Cesare Bechis