''Ricordiamo al ministro
dell'Ambiente Clini che a Taranto va applicato il principio che
chi inquina deve pagare e che per far partire le bonifiche, che
sono una priorità non più rinviabile nemmeno di un giorno, è
necessario chiudere il rubinetto dell'inquinamento''. Lo afferma
in una nota il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli,
consigliere comunale a Taranto, secondo il quale ''chi ha
prodotto quest'inquinamento con danni per svariati miliardi di
euro, prima l'Italsider, azienda di stato e poi l'Ilva del
gruppo Riva, azienda privata, deve pagare i costi della
bonifica''.
Bonelli fa presente che ''l'attesa che sta contraddistinguendo questa fase della vita civica e politica dei cittadini di Taranto, su quali provvedimenti adotterà la Procura sugli impianti dell'Ilva che, secondo la perizia della stessa Procura sono la causa di 'malattia e morte', dimostra il fallimento delle istituzioni che non sono state in grado di agire su una emergenza sanitaria ed ambientale che non ha precedenti su tutto il territorio nazionale''.
Il leader dei Verdi propone di ''avviare bonifiche ma contestualmente un processo di conversione ecologica che consenta, anche attraverso l'istituzione di un'area no-tax, di attrarre investimenti italiani ed esteri e costruire un polo della ricerca e dell'innovazione tecnologica, green economy, delle piccole e medie imprese che collegata alla realtà portuale possa offrire alla città di Taranto almeno 20mila nuovi posti di lavoro''. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
Bonelli fa presente che ''l'attesa che sta contraddistinguendo questa fase della vita civica e politica dei cittadini di Taranto, su quali provvedimenti adotterà la Procura sugli impianti dell'Ilva che, secondo la perizia della stessa Procura sono la causa di 'malattia e morte', dimostra il fallimento delle istituzioni che non sono state in grado di agire su una emergenza sanitaria ed ambientale che non ha precedenti su tutto il territorio nazionale''.
Il leader dei Verdi propone di ''avviare bonifiche ma contestualmente un processo di conversione ecologica che consenta, anche attraverso l'istituzione di un'area no-tax, di attrarre investimenti italiani ed esteri e costruire un polo della ricerca e dell'innovazione tecnologica, green economy, delle piccole e medie imprese che collegata alla realtà portuale possa offrire alla città di Taranto almeno 20mila nuovi posti di lavoro''. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA