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domenica 10 giugno 2012

TONNELLATE DI COZZE AL MACERO. DICIAMO BASTA?


di MARIA ROSARIA GIGANTE

Circa 20 mila tonnellate di cozze da distruggere. Non potevano non essere implacabili le decisioni del Tavolo tecnico regionale riunitosi ieri a Bari per concordare cosa fare dei mitili del primo seno di Mar Piccolo tornati ad essere, con le analisi effettuate tra il 21 ed il 24 maggio scorsi (ulteriori campionamenti sono stati effettuati il giorno prima di conoscere i risultati di fine maggio, ndr), inquinati da pcb e diossine come dimostrano i superamenti del limite tollerato di 6.5 picogrammi (con punte anche di 7.5) per grammo di materia.

Ora c’è un mese di tempo, al massimo entro luglio – hanno deciso i tecnici del Ministero dell’Ambiente, dell’assessorato regionale alla Sanità, di Arpa e Cnr, dei servizi veterinari dell’Asl Ta, il sindaco di Taranto Ezio Stefàno, l’amministratore del Centro Ittico tarantino Michele Matichecchia - per provvedere alla rimozione ed al macero del prodotto. Lunedì prossimo una nuova ordinanza dei Servizi veterinari dell’Asl – assicura il responsabile, dottor Teodoro Ripa - annullerà l’ordinanza del luglio scorso e formalizzerà il nuovo blocco di produzione e movimentazione delle cozze presenti negli impianti del primo seno. Pari pari il copione dello scorso anno quando appunto fu tutto bloccato a causa del superamento dei limiti di diossine e pcb. Si riapre, a questo punto, l’iter per il trasferimento del novellame nelle aree individuate nell’inverno scorso a Mar Grande in modo da mettere al sicuro almeno la produzione futura.

Un’operazione quest’ultima che potrà e dovrà essere effettuata entro il prossimo 28 febbraio. Senza ulteriori indugi, a differenza di quanto è avvenuto nei mesi scorsi quando pure era stato disposto il trasferimento. Poi, come è noto, i valori di diossine e pcb rientrati nella norma nei mesi invernali avevano di fatto comportato un temporeggiamento di ogni ulteriore decisione. Sino al crollo di ogni speranza la scorsa settimana quando i valori di fine maggio sono tornati drammaticamente a salire. Ora non potrà più esserci alcuna deroga perché occorrerà darsi da farsi per avviare la bonifica del primo seno e individuare con esattezza le fonti di inquinamento pregresse e eventualmente ancora oggi esistenti. Insomma, una partita lunga e difficile che fa prefigurare già ai mitilicotori tarantini, ancora non risarciti del danno subito lo scorso anno, un periodo di grosse difficoltà. E dopo 26 mesi di sofferenze, non è cosa da poco.

Intanto, divampa la polemica. I mitilicoltori hanno appreso delle decisioni assunte ieri a Bari dagli stessi organi di informazione e dai giornalisti che li cercavano per raccogliere le loro considerazioni. Erano rimasti da ieri mattina presto sino a dopo le 13,30 in sit-in sotto il Palazzo di Città, nell’auspicio di essere informati dai rappresentanti istituzionali delle decisioni formalizzate al Tavolo tecnico. Ma alla fine han dovuto demordere ed accontentarsi solo di notizie di seconda mano.

Sarà il Comune a dover provvedere alle operazioni conseguenziali. Ieri il sindaco Stefàno si è fatto carico di comunicare subito ogni decisione a Regione e Ministero ai quali sollecitare anche aiuti economici di sostegno alla categoria che lamenta grossi disagi e, soprattutto, stigmatizza i ritardi nelle procedure per il riconoscimento delle concessioni richieste da tempo. Concessioni che consentirebbero a numerosi mitilicoltori di uscire dall’abusivismo regolarizzando la propria posizione e diventando regolari concessionari degli spazi a mare. Ora, insomma, si ricomincia daccapo pensando al nuovo anno, al trasferimento, alla caratterizzazione delle nuove acque. Con la consapevolezza di aver perso un anno e almeno due produzioni di cozze.

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