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mercoledì 6 giugno 2012

PRESO L'ATTENTATORE DI BRINDISI

Attentato a Brindisi. Fermato il presunto responsabile, avrebbe confessatoAttentato a Brindisi, fotogramma del video
LECCE - C'è un fermato per la strage di sabato 19 maggio a Brindisi davanti alla scuola Morvillo-Falcone. E' un 68enne imprenditore di Copertino (Lecce), attivo da almeno due decenni nel campo della vendita di gasolio per riscaldamento e agricolo.

L'UOMO AVREBBE CONFESSATO. Dopo un lunghissimo interrogatorio da parte di magistrati e investigatori, l'uomo avrebbe anche confessato. L'ufficialità del suo fermo e del conseguente trasferimento nel carcere leccese di Borgo san Nicola, verrà dato entro la mezzanotte dal procuratore capo di Lecce e capo della Dda, Cataldo Motta.

L'UOMO, SPOSATO, CON DUE FIGLIE. Il fermato è Giovanni Vantaggiato, 68 anni, di Copertino (Lecce). E' sposato e ha due figlie. A Lecce sono giunti il vice della polizia, Franco Grattieri, il capo dello Sco, Gilbero Caldarozzi e il vice del Ros, generale Mario Parente.

VOLEVA COLPIRE LA GIUSTIZIA. L'uomo avrebbe agito per colpire la giustizia, perché in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Avrebbe così covato una sete di vendetta, e la mattina del 19 maggio forse voleva colpire, con le tre bombole che hanno ucciso Melissa Bassi, 16 anni e ferito altre cinque studentesse, proprio il Trinunale di Brindisi. Ma troppo sorvegliato, avrebbe ripiegato sulla scuola, che guarda caso, si trova poco distante dal palazzo di giustizia.

IL VIDEO.
Forsesono state proprio le immagini degli impianti video della zona dell'attentato ad aver portato gli investigatori all'uomo sotto interrogatorio a Lecce. La sua auto sarebbe stata ripresa più volte prima dell'esplosione nei pressi della scuola Morvillo-Falcone.

1400 PERSONE CONTROLLATE.
Millequattrocento persone sono state controllate e 32 perquisizioni fatte: è il bilancio del servizio di controllo del territorio disposto dal questore di Brindisi all'indomani dell'attentato alla scuola Morvillo Falcone. L'attività - si legge in una nota - è svolta da "decine di equipaggi Volanti della questura supportati da altrettanti equipaggi del Reparto prevenzione crimine Puglia". Oltre 100 uomini che presidiano la provincia in coordinamento con i reparti investigativi. Gli agenti "presenziano all'ingresso e all'uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali". Il servizio ha consentito di denunciare 28 persone per reati contro il patrimonio e la persona e di arrestarne una.

MANGANELLI: "NE' MAFIA NE' FAI".
L'attentato di Brindisi non è opera nè della mafia nè degli anarcoinsurrezionalisti. Lo aveva detto il capo della Polizia, Antonio Manganelli, rivelando che il giorno della tragedia "i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire 'noi non c'entriamo' ". E anche per quanto riguarda la Fai "faccio fatica a immaginare che sia opera loro un attentato così vigliacco. Arriveremo a chi è stato. Ho sentito molte sciocchezze". Per Manganelli, "la mafia non è oggi in condizione di porsi in contrasto con lo Stato nè tanto meno si può parlare di Br risorte. Ci troviamo a fare i conti con un'indagine che deve dare risposte e quando sapremo chi è stato sapremo anche la matrice. E a chi è stato ci arriveremo. Noi lavoreremo ancora di più per scoprire i fatti e fermare gli autori''.

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