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giovedì 7 giugno 2012

L'ATTENTATORE DI BRINDISI VOLEVA COLPIRE IL TRIBUNALE

La polizia ha arrestato Giovanni Vantaggiato, un benzinaio 68enne di Copetino (Lecce) per la bomba davanti alla scuola Morvillo Falcone in cui ha perso la vita la 16enne Melissa Bassi e altre ragazze rimasero ferite. Ha confessato: il movente sarebbe legato a una causa per truffa subita non andata a buon fine. L'obiettivo doveva essere il tribunale.

BRINDISI - Arriva la svolta alle indagini sull'attentato dello scorso 19 maggio, dove davanti alla scuola Morvillo Falcone, la 16enne Melissa Bassi ha perso la vita, travolta dalla deflagrazione di una bomba posta fra i cassonetti dell'immondizia, proprio alla fermata dell'autobus e la sua amica Veronica Capodieci è rimasta gravemente ferita. Le forze di polizia hanno arrestato Giovanni Vantaggiato un 68enne gestore di una pompa di benzina residente a Copertino, provincia di Lecce, sposato e padre di due ragazze.

IL MOVENTE - Sarebbe legato alla mancata riscossione di una cifra di denaro molto alta, si parla di 300 mila euro, legata a una questione legale. L'uomo avrebbe agito per colpire la giustizia, perchè in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Avrebbe così covato una sete di vendetta, e la mattina del 19 maggio forse voleva colpire, con le tre bombole che hanno ucciso Melissa Bassi, 16 anni e ferito altre cinque studentesse, proprio il Tribunale di Brindisi. Ma troppo sorvegliato, avrebbe ripiegato sulla scuola, che guarda caso, si trova poco distante dal palazzo di giustizia.

Il capo della polizia Antonio Manganelli è sempre stato convinto che l'attentato non fosse opera della mafia, né del FAI, poiché il giorno successivo l'uccisione della ragazza, i detenuti della Sacra Corona Unita, inviarono un telegramma alla famiglia, a sottolineare la loro estraneità ai fatti. Nel corso di un intervento presso la scuola di polizia interforze, Manganelli ha spiegato il punto di vista sulla vicenda, rimarcando come la mafia pugliese, non sia in grado, ad oggi, di potersi opporre allo stato ed accusando quanti nelle ore subito successive il fatto, hanno dato opinioni senza cognizione di causa, dicendo senza farsi troppi problemi "ho sentito molte sciocchezze. Ci troviamo a fare i conti con un'indagine che deve dare risposte e quando sapremo chi stato, sapremo anche la matrice. Noi lavoreremo ancora di più per scoprire i fatti e fermare gli autori".

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