I vertici Ilva e Italsider, in tutto 28 imputati, dovranno rispondere
della morte di 15 operai del siderurgico causata dall’esposizione
all’amianto. Sono stati rinviati a giudizio per diversi reati, omicidio
colposo, violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e
delle malattie nei luoghi di lavoro e mancata adozione delle precauzioni
necessarie per tutelare la salute dei lavoratori. Fra i nomi degli
inquisiti spiccano quelli di manager dell’industria di Stato
dell’acciaio come Giorgio Zappa, attuale direttore generale di
Finmeccanica e i vertici dell’Ilva, Emilio Riva, il figlio Fabio e il
direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso. Gli operai, deceduti
negli anni 2004-2010, hanno lavorato al siderurgico fino al 1975. Le
cause della morte sono da attribuire al mesotelioma pleurico, al
mesotelioma peritoneale e al carcinoma polmonare, patologie tipiche
dall’esposizione all’amianto. Malattie provocate, secondo l’accusa,
dalla mancata adozione delle precauzioni minime tese a tutelare la loro
incolumità. I lavoratori, è la tesi accusatoria, non sono stati
muniti di adeguati strumenti di protezione come maschere per la
respirazione e altri dispositivi finalizzati a proteggerli
dall’inalazione di polveri di amianto, gas, vapori irrespirabili e
soprattutto tossici. Inoltre, non furono sottoposti a visite mediche
mirate, in quanto non furono adottati protocolli di sorveglianza
stabiliti dalle norme per i rischi derivanti dall’amianto e infine, è
sempre la tesi dell’accusa, non furono informati dei rischi che
comportavano le operazioni in cui erano impiegati. Ieri hanno concluso
la discussione i legali degli indagati, fra cui i difensori dei vertici
Ilva, gli avvocati Egidio Albanese e Adriano Raffaeli. Terminate le
arringhe, il gup Giuseppe Tommasino, accogliendo la richiesta dei pm
Raffaele Graziano, Franco Sebastio e Pietro Argentino, ha rinviato a
giudizio 28 imputati e dichiarato il non luogo a procedere nei
confronti di due imputati deceduti nelle more del procedimento.
Numerosa la schiera delle parti civili, 30 complessivamente fra
familiari delle vittime, Inail, Fiom-Cgil e le associazioni
Osservatorio nazionale sull’amianto e Contramianto. Familiari,
organizzazioni sindacali e associazioni hanno presentato il conto agli
imputati chiedendo maxi risarcimenti danni. Il processo inizierà il 3
ottobre prossimo dinanzi al giudice monocratico del tribunale di
Taranto Massimo De Michele. Intanto, martedì, proseguirà l’altro
processo sulle morti da amianto che vede alla sbarra 19 imputati, tutti
manager e funzionari dell’ex Italsider.
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