
Disuniti verso l’obiettivo. Società, giocatori e tifosi: forze disgregate tra loro ma che mirano al salto di categoria. Sembra un paradosso ma sono linee parallele destinate a non incontrarsi, malgradola serie B faccia “gola” a tutte le componenti che ruotano intorno all’ambiente jonico. La frattura tra il club di via Martellotta e i calciatori è ormai arcinota, del resto la cartina di tornasole è costituita dall’istanza di messa in mora da parte di alcuni atleti rossoblu nei confronti della società. Tutt’altro che idilliaci i rapporti tra il presidente D’Addario e i tifosi della curva Nord. La causa della frattura? Le inadempienze societarie di natura economica hanno depauperato la “cavalcata” verso la B di Prosperi e soci con il noto fardello dei punti di penalizzazione. Forse utopistico cercare un ricongiungimento considerando l’integralismo delle parti, eppure c’è una promozione da raggiungere….giusto ribadirlo.
“Days are forgotten”. Nel festival dell’ovvietà meglio evitare le “demonizzazioni”. Bisogna dare atto e merito all’attuale proprietà, e ai suoi collaboratori, di avere scelto i calciatori che hanno costruito i record dell’ultimo campionato, oltre all’intuizione del presidente D’Addario nella scelta di mister Dionigi: azzardo rivelatosi scelta vincente. Parafrasando il titolo di una canzone dei Kasabian “Days are forgotten”….quei giorni sono dimenticati.
La maledizione dei giustizieri. Non porta bene eliminare il Taranto negli spareggi play off, ne sanno qualcosa in merito l’Avellino (vittorioso sui rossoblu nella semifinale del 2006-07), a seguire l’Ancona (nella finale del 2007-08) e infine l’Atletico Roma (semifinale dello scorso torneo). Tutte società che da li a poco hanno subito l’onta della radiazione e dell’istanza di fallimento con relativa cancellazione dalla cartina geografica del calcio (vedi Atletico Roma). L’unica eccezione è costituita da Catania che sconfisse i rossoblu nella finale del 2001-02. Gli etnei stazionano stabilmente in massima serie con un società solida dopo lo “tsunami” della gestione Gaucci.
Vincenti ai play off. Unico precedente favorevole ai rossoblu negli spareggi risale alla stagione 2005-06 nel campionato dell’allora C2. Il Taranto guidato da Papagni piegò il Melfi in semifinale e il Rende nel doppio confronto della finale. Dato curioso per gli amanti della cabala, anche in quella stagione la Juventus vinse lo scudetto (titolo poi assegnato d’ufficio dalla F.G.I.C. all’Inter per le vicende di Calciopoli) come nel torneo appena concluso.
Ridda di voci e scadenze alle porte. Pseudo cordate: lombarde, tarantine, bresciane interessate al Taranto. L’ex pluri-dirigente Ermanno Pieroni nelle vesti di mediatore di un imprenditore (Sarni ?). Un accordo di massima che sarebbe stato già trovato, ma da chi e sopratutto quando? Cifre ipotizzate per vendere il club oscillanti dagli 8 ai 9 milioni di euro, al lordo delle esposizioni debitorie. Tanto (troppo rumore) per nulla al momento, in quanto il Taranto è ancora nella mani della famiglia D’Addario, salvo prova contraria. La realtà sono le scadenze improcrastinabili: la prossima è datata 15 maggio. In caso di ulteriori inadempienze riguardanti emolumenti e contributi da versare ai tesserati (circa 2 milioni di euro), il Taranto rischierebbe un ulteriore penalizzazione (probabilmente 6 punti) da scontare nel prossimo torneo indipendentemente dalla categoria.
Enrico Losito - www.calciopress.net
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