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lunedì 26 marzo 2012

MONTI SI OCCUPA DELLA QUESTIONE TARANTO-ILVA


Il premier Mario Monti ha convocato a Roma per il 17 aprile prossimo un tavolo specifico sulla città di Taranto e sulla problematica Ilva. Lo hanno comunicato al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, i parlamentari Nicola Latorre e Raffaele Fitto, a nome della rappresentanza dei parlamentari pugliesi che ha partecipato all'incontro svoltosi a Bari lunedì scorso. Vendola ha espresso "grande compiacimento per il proficuo lavoro di squadra e per la celerità con la quale il premier Monti ha convocato il tavolo, dimostrando sensibilità e ascolto". 

in mattinata oltre 2000 operai dell'Ilva hanno invaso il centro di Taranto e chiesto la tutela dell’occupazione e la salvaguardia della salute pubblica. Hanno manifestato davanti al palazzo della Prefettura la loro preoccupazione circa le conseguenze dell'indagine aperta dalla procura sull'inquinamento in cui sono indagati i vertici dell’azienda. In particolare, i lavoratori dell'Ilva temono che le conclusioni delle due perizie consegnate al gip di Taranto Patrizia Todisco - che hanno indicato la gravità dell'inquinamento del siderurgico, nonché casi di malattie - possano portare a un sequestro degli impianti e, in prospettiva, anche al rischio di ridimensionamento o chiusura della fabbrica. Data fatidica il 30 marzo, quando davanti al 
gip ci sarà l'incidente probatorio per discutere l’ultima perizia, quella medico-epidemiologica. 

Una delegazione dei lavoratori è stata ricevuta dal Prefetto, mentre altri si sono rivolti al sindaco, Ezio Stefano. “Noi non vogliamo che Taranto sia una città inquinata - gli hanno detto - non vogliamo le malattie, siamo preoccupati per i nostri bambini, ma non vogliamo nemmeno perdere il posto di lavoro". E ancora: "Si sta parlando solo dell'articolo 18, ma del nostro problema non sta parlando nessuno. A Genova l'Ilva ha chiuso l'area a caldo e la gente è rimasta a spasso. Questo non deve accadere". "Noi dobbiamo difendere il lavoro e tutelare l'ambiente - ha risposto il sindaco - abbiamo detto al Governo che Taranto sino al 1995, prima della privatizzazione dell'Ilva, è stata una città dove lo Stato è stato l'unico proprietario delle industrie. E ora lo Stato deve farsi carico dei costi del risanamento ambientale. Non ci sono solo le industrie, anche la Marina e l'Arsenale militare hanno inquinato"

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