Due ore di sciopero a fine turno proclamate anche dalla Fiom di Taranto in tutte le imprese metalmeccaniche della provincia. Ma ieri alle 15, qualche minuto prima dell’uscita degli operai del primo turno, il parcheggio della portineria D dell’acciaieria Ilva era pieno come sempre. Qualche minuto dopo, la fermata dell’autobus vicina ai cancelli era affollata come tutti giorni. Insomma un giorno di ordinario lavoro. La Fiom non ha fornito i dati della partecipazione. Lo ha fatto la Fim Cisl: 251, secondo questo sindacato, i lavoratori che hanno scioperato su 4950, cioè il 5,07 per cento, mentre nelle ditte dell’appalto non ha scioperato nessuno (ad Alenia, invece, l’adesione allo sciopero è stata del 45-50 per cento, percentuale che aumenta tra gli operai).
I manifesti sullo sciopero sono stati affissi già martedì scorso, ma alcuni non li hanno neppure letti, «tanto chi prende il pullman per tornare a casa non aspetta senza far niente l’orario, anche perché questo sciopero frammentato è una formalità e non dà neppure la possibilità di manifestare. Mentre – continua il giovane operaio – per lunedì prossimo Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil hanno organizzato un sit in dei lavoratori Ilva sotto la Prefettura, che chiederanno di non chiudere la fabbrica. Le tre ore verranno retribuite. Allora che senso avrebbe scioperare oggi?».
Allo stabilimento Alenia di Grottagie, invece, è stata massiccia la partecipazione allo sciopero. Giuseppe Romano della Fiom Cgil dice: «C'è stata una notevole adesione. Siamo soddisfatti, anche perché in altre aziende del territorio non c'è stata una protesta così forte»
«La proposta di riforma del lavoro avanzata dal Governo Monti non è convincente e lascia aperte le vere questioni dello sviluppo e dell'inclusione delle nuove generazioni», dice Francesco Parisi, segretario provinciale del Partito Democratico di Taranto. «Alcuni aspetti – continua Parisi - sono assolutamente interessanti: la valorizzazione dei contratti di apprendistato e il disincentivo di quelli a tempo determinato. Sull'articolo 18 come sempre il rischio è lo svilupparsi di una lettura dicotomica che non condurrà a nulla».