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domenica 18 marzo 2012

IN CORTEO PER I MARO'


Ci sono cittadini comuni, politici a titolo personale, solo il sindaco di Ginosa, Vito De Palma, e l’assessore al personale del Comune di Taranto, Valeria Palumbo, in rappresentanza del sindaco Ezio Stefàno, hanno la fascia tricolore. Ci sono lavoratori delle Forze dell’Ordine e militari in borghese; rappresentanti delle associazioni di ex militari e combattenti. E ancora, Protezione Civile, insegnanti e studenti. La sezione provinciale dell’Unsi (Unione nazionale sottufficiali), che ha organizzato la manifestazione, è dietro lo striscione «Non vi lasceremo soli ». La manifestazione di solidarietà ed a sostegno della liberazione dei due marò detenuti in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, prende le mosse dal cuore della città simbolo della Marina Militare, oltre che città di Latorre. Alla partenza, ieri subito dopo le 18,30 davanti al piazzale dell’Arsenale, ci sono alcune centinaia di persone: circa 300. E ci sono anche i parenti del maresciallo Latorre. La moglie declina cortesemente ogni invito a rilasciare alcuna dichiarazione. 

Si accendono alcune fiaccole. Molti hanno il nastrino giallo al petto. L’organizzatore, Antonello Ciavarelli, sottolinea che la manifestazione è avulsa da ogni strumentalizzazione politica ed invita i politici presenti a partecipare solo a titolo personale. Si parte. Ma presto, sotto gli ochi ignari dei passanti e forse anche di numerosi partecipanti, il corteo si sdoppia. Alla testa - davanti allo striscione ufficiale - si pone il movimento di Giancarlo Cito, nelle cui liste lo stesso Latorre fu candidato nelle vecchie tornate elettorali. La moglie dello stesso marò, alla destra di Giancarlo Cito, spinge il carrozzino con il più piccolo dei suoi figli. Gli organizzatori si tengono a distanza dietro al loro striscione «Non vi lasceremo soli». 

L’intero percorso sarà a singhizzo. Se procede la testa del corteo, riprendono il loro cammino anche gli altri. La sosta finale del gruppo di testa è sotto al monumento al Marinario. Al suo arrivo, il corteo sosta sul lato opposto. Si recita la preghiera del marinaio e si canta l’inno nazionale. Alla fine, però, si recupera il senso vero dell’intera manifestazione e lo stesso organizzatore, Ciavarelli, afferma: «Siamo orgogliosi di questa unione creatasi tra città e Forze Armate». 

Tra la gente che partecipa alla manifestazione, la solidarietà è il filo conduttore. «Volevamo essere vicino alla famiglia. Capiamo la sofferenza dei ragazzi, capiamo cosa vuol dire stare lontano da un padre e temere per la sua sorte» dicono Sara Giuliano, Vincenzo Camassa e Barbara Simonetti, alunni della terza H dell’Alfieri, scuola frequentata da due dei figli di Latorre, e che per questo ha partecipato ieri con una propria delegazione. I docenti: «Volevamo sensibilizzare comportamenti civili e responsabili. I ragazzi hanno bisogno di sentire anche queste sollecitazioni» dice la professoressa Teresa Palomba. «Questi ragazzi difendono la nazione e vogliamo far sentire loro la nostra vicinanza» aggiunge la professoressa Rosa Confessa. «Testimoniamo il nostro attaccamento alla Marina Militare », dice a sua volta il contrammiraglio Edoardo Faggioni, che guida le tre delegazioni dell’Anmi (Associazione nazionale marinai italiani): «Siamo solidali ai due fucilieri vilipendiosamente incarcerati, alle loro mogli e ai figli che spero non vengano dimenticati dalla politica». 
E Giuseppe Mastronuzzi, agente di Polizia in servizio a Milano e tarantino di nascita, commenta: «Questi ragazzi hanno bisogno di tutto il nostro sostegno. Siamo tutti molto vicini a loro».
MARIA ROSARIA GIGANTE 

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