Sostieni anche tu la WEBTV di Taranto. Lavoriamo insieme per la nuova divulgazione...... TARAStv e' parte della Taranto che cambia...... Chiedi informazioni su come farne parte al 3381488022 oppure scrivi a: tarasproduzioni@libero.it TARAStv... chi la fa sei Tu !!

mercoledì 22 febbraio 2012

L'INVASIONE MEDIATICA ALLA MOGLIE DEL MARESCIALLO LA TORRE

 Ha retto finché ha potuto, poi Rosalba Ancona, moglie di Massimiliano Latorre, il maresciallo tarantino in stato di arresto a Nuova Delhi insieme con il sergente Salvatore Girone, ha preso i suoi tre piccoli, Noemi, Tommy e Giulia, e si è trasferita da una parente. Dal momento in cui la notizia è stata diffusa dai tg nazionali, il citofono della sua casa in via Livio Andronico a Taranto, è stato bersaglio dei cronisti in cerca di una dichiarazione. Che non è mai arrivata. La donna, molto cortesemente, ha respinto qualsiasi tipo di domanda. Nessun commento, se non un «Vi prego, ho tre bambini e proprio non voglio impressionarli con un’invasione, seppure pacifica, di giornalisti, taccuini e telecamere: ho spento la tv, proprio perché non fossero impressionati dalla visione del loro papà in televisione». Fine delle dichiarazioni, spontanee. Perché quelle in circolazione dall’altro giorno, stando a quanto riferitoci dai congiunti, sarebbero state “lavorate”. Combinate insieme a notizie presenti sul profilo Facebook (poi cancellato) di Latorre e attribuite alla moglie del militare tarantino, sarebbero dunque prive di fondamento. Lo conferma il fratello di Rosalba, Giovanni Ancona.

Tenente dei vigili urbani, oggi in pensione, Ancona in servizio è stato a lungo “ombra” di Giancarlo Cito, quando l’onorevole era sindaco di Taranto. «Non abbiamo ancora letto i giornali – commentava ieri l’uomo – ma vi assicuro che Rosa, mia sorella, sta respingendo educatamente quanti, in tutti i modi, le stanno chiedendo anche una sola dichiarazione: non abbiamo niente da dire, se non che Massimiliano è un uomo serio, scrupoloso, ama la sua famiglia e, ovviamente, il suo lavoro, il Paese, che serve con grande senso del dovere».

Ieri mattina, come il giorno prima, si sono sentiti al telefono
. «Brevi conversazioni, l’importante è sentire la sua voce: domenica era molto agitato, confuso, ieri ci è apparso già più disteso, anche se ho la sensazione che questa vicenda gli stia provocando grave disagio; non tanto per lui, che è abituato a un grande senso del controllo, se non altro per le numerose missioni svolte in Bosnia, Afghanistan, Kossovo, nel Corno d’Africa, ma per la moglie, in grande apprensione, e per i bambini: non fate vedere loro la tv - si raccomanda - la sua missione più impegnativa per lui sarebbe spiegare, una volta a casa, ai suoi figlioli perché papà è andato a finire in televisione, dove di solito i suoi piccoli vedono i cartoni animati». «Sembra un progetto, qualcosa che vaga nell’aria, non capisco»: sono parole che avrebbe detto al telefono Massimiliano Latorre. «Ha detto che sta bene e che lo stanno trattando bene». Ancona dice ancora di aver potuto parlare con Latorre perché gli hanno lasciato il suo telefonino, ma di non sapere se gliel’avrebbero lasciato ancora tenere oppure no. Secondo il racconto di Ancona, Latorre ieri, appena bloccato, aveva espresso la sensazione che la cattura sua e di Girone sembrava far parte di un «progetto». Ma il marò non ha potuto spiegare meglio ai suoi congiunti che cosa intendesse: «poteva parlare pochissimo», ha spiegato Ancona.

C’è una cosa che addolora la famiglia, però. «Certa stampa, non tutta beninteso, sta facendo passare Massimiliano come un violento, solo perché militare; senza considerare l’amicizia con Giancarlo Cito, uomo risoluto, per il partito del quale si è candidato a comunali e regionali, prima con AT6, poi nella lista “I Pugliesi”; quest’ultima cosa mette in un profondo disagio me stesso, che mi sono fatto in qualche modo interlocutore presentando mio cognato all’onorevole: evidentemente un carattere forte, l’alto senso dello Stato, agli occhi di certa gente fanno automaticamente di un uomo un essere violento».

Cosa, invece, ha detto ieri a tale proposito Massimiliano al cognato. «Di provare a contattare Toni Capuozzo, giornalista Mediaset di numerosi reportage dagli avamposti di guerra: si sono conosciuti in Afghanistan, da lì è nata una profonda amicizia, dunque, chi meglio di Capuozzo può testimoniare quanto Massimiliano sia una persona a modo, niente affatto violento».
Infine ieri sera la trasmissione tv di Giancarlo Cito. Alto indice d’ascolto e programma trasmesso in streaming. Telefonate di solidarietà dall’Italia e dall’estero. «L’ultima telefonata mi è arrivata da La Spezia: gente indignata di come possa essere trattato un italiano sul suo “suolo”, perché la nave sulla quale i nostri militari sono imbarcati è territorio italiano. Massimiliano lo conosco bene, di recente è venuto a trovarmi a Bologna, dopo il delicato intervento al quale sono stato sottoposto, infine all’aeroporto di Bari. Mi ha ripetuto spesso che ha famiglia, e che girare il mondo, partire in missione e servire la patria è un suo dovere, e che sua moglie comprende perfettamente quali sacrifici tutto questo richieda».
Claudio FRASCELLA

LE PIU' CLICCATE DELLA SETTIMANA

CERCA NEL SITO