Il mondo girava lento allora... Inizia così il racconto di una Taranto che cambiava pur non essendo pronta. E’una storia in bianco e nero, fatta di sensazioni che restano sulla pelle come tatuaggi e che continuano a ritornare sotto forma di note, parole e gesti nell’adulto che non ha smesso mai di ricordare. ... ricordo che quando scrivevo la data sul mio quaderno di bella scrittura scandivo fra me e me i numeri uno per volta...1- 9-6-9... Una data di confine fra quello che era e quello che saremmo diventati da lì a poco. Una linea di demarcazione tra la volontà di farcela a vivere e il finto benessere. Anni in cui c’era poco, i sacrifici erano parte integrante di ogni famiglia e ciò che era nuovo era facilmente riconoscibile dal suo profumo. Profumo di nuovo... Facile perdersi in quel profumo così come facile è stato per noi tarantini assopirci in un fumo che sebbene sapesse di nuovo capimmo subito che non ci avrebbe fatto bene... ma che abbiamo tenuto stretto per non tornare ad essere quello che eravamo e per sentirci cittadini di una realtà industriale.
Un percorso a tratti autobiografico che inevitabilmente tocca il sociale Nostalgico? Forse, ma va bene così... che male c’è ad essere nostalgici? Non sono queste le storie che arrivano meglio al cuore?LE PIU' CLICCATE DELLA SETTIMANA
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