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Crispiano, in provincia di Taranto, il 24 aprile nel corso di un
incontro pubblico si metteranno le basi per l’istituzione di una
Indicazione Geografica Protetta per l’olio pugliese. L’obiettivo:
rilanciare la propria produzione olearia regionale attribuendole un
valore commerciale più elevato
Forse è giunto il tempo di non
piangersi più addosso. Sono anni che a parole si finge che tutto
vada bene ma poi a emergere sono soltanto gli aspetti critici: la
scarsa remunerazione di chi produce olio, la fuga delle olive e
dell’olio verso altre destinazioni, ad arricchire aziende di altri
territori, e poi negli ultimi mesi a tener banco è il fenomeno
Xylella fastidiosa. C’è come una luce negativa che sta
attraversando il comparto olivicolo e oleario pugliese, una sorta di
rassegnazione; ed è proprio per reazione a questo atteggiamento che
ci sarà venerdi 24 aprile, alle ore 17, nella città di Crispiano,
in via Taranto 3 b, un incontro presso la sede dell’Oleificio
Sociale Crispiano, una cooperativa agricola Acli.
Il convegno ruota intorno al tema
"Oltre la Xylella. La Puglia si rilancia con l’Olio Igp
Puglia". Si tratta di un incontro, a cura del Comitato
promotore “Olio Igp Puglia”, che serve a porre le basi per dare
corso a una iniziativa corale, che parta dal basso, necessaria per
giungere al riconoscimento di una Indicazione Geografica Protetta per
l’olio pugliese, in modo da restituire dignità, valore e reddito
alle produzioni olearie della regione, le cui attestazioni di origine
esistenti (Dop Terra di Bari, Dop Dauno, Dop Terra d’Otranto, Dop
Colline di Brindisi e Dop Terre Tarentine) non hanno consentito
finora di creare. Ma la IGP non vuole porsi in contrapposizione alle
DOP ed anzi rappresenterà il “mezzo” per il loro rilancio
nonché definitiva affermazione.
Ci sarà inoltre Giorgio Cardone,
direttore di Chemiservice, Francesco Caricato, direttore del centro
culturale Casa dell’Olivo, e l’oleologo Luigi Caricato, direttore
di Olio Officina Magazine, il quale coglierà anche
l’occasione per presentare il volume, fresco di stampa per
Mondadori, Atlante degli oli italiani.
“Siamo chiamati a una svolta”,
sostiene Massimo Occhinegro. “La produzione olearia pugliese –
prosegue – pur dominando la scena nazionale, incide poco, e
soprattutto non quanto dovrebbe. C’è un eccesso di frammentazione,
quando occorre invece accentrare l’offerta ed essere i protagonisti
assoluti della scena”.
“La produzione olearia pugliese –
conclude Massimo Occhinegro – «viaggia» in altre regioni,
diventando prodotto italiano, «foraggiando» le altre regioni, e in
particolare quelle che possono «promuovere» la propria regione agli
occhi del mondo con un’azione di marketing concentrato e non
disperso come invece accade in Puglia. Non è forse il caso di
reagire?”