Pasquale D’Alessio
è un ballerino, coreografo e maestro di danze caraibiche che ha lasciato
l’Italia per continuare la sua passione, il ballo, in un altro continente. Membro
A.N.M.B.E. (Asociación Nacional de Maestros de baile de Ecuador), si esibisce a livello mondiale in diverse
manifestazioni dedicate alle danze caraibiche. E’ stato convocato in eventi
a carattere internazionale: in Colombia alla 10° edizione de "LatinArabianColombia",
che lo vede come unico salsero presente in un festival con tematica differente.
Nel 2009 viene chiamato al 1° "ColombiaSalsaCongress", unico artista
italiano della salsa europea. Insegna nella capitale colombiana, Bogotà, presso
un'importante sede sportiva polivalente: "Compensar".
Mi racconti come mai ti sei trasferito in Sudamerica
per poter continuare a danzare?
Verso la fine del 2008 ricevetti una mail da parte del
capo manager dell’organizzazione del 1° World Salsa Congress che si sarebbe
tenuto in Medellin, Colombia. Si diceva che era stato notato un mio video
contenente una coreografia eseguita sul tempo musicale on 2 (a quel tempo ballavo ancora N. Y. style). Stavano cercando
artisti europei da invitare a esibirsi nella su menzionata edizione del
congresso. Ovviamente, non me lo feci ripetere due volte. A Febbario 2009 ero
su un aereo alla volta della Colombia, anche se il congresso si sarebbe tenuto
a Luglio.
Un italiano all’estero che possibilità ha di vivere e
gratificarsi nel mondo dell’arte del danzare?
Le stesse che vengono offerte da sempre a tutti gli
artisti che visitano o vivono permanentemente in Italia. All’estero un italiano
che balla la Salsa, dopo una naturale diffidenza, e’ apprezzato quanto Giorgio
Armani a New York con le scarpe.
Che differenza c’è tra l’Italia e il tuo nuovo
Paese che ti ha adottato?
La prima fra tutte e’ che in Colombia, come in tutto
il continente americano, il ballo e nello “specifico” delle danze caraibiche,
sono viste come un patrimonio dell’umanità’ (ed io aggiungo che son pienamente
d’accordo). La Salsa, il Tango, il Merengue e tutte le altre discipline, in
Colombia le vedi ballare da tutti pur con i problemi che attanagliano da sempre
queste persone; alcune in maniera empirica, altre con conoscenza dettagliata, mentre
in Italia purtroppo siamo presi da problemi di diversa natura per
“pensare al ballo”. La seconda e’ che i colombiani non conoscono affatto
l’esecuzione sul secondo tempo musicale della Salsa o del Bolero (per noi la
Rumba delle danze latino/americane) o del Cha cha cha.
Una tua analisi sulla realtà in Europa in merito alle
danze che provengono dall’America Latina?
Benché come dicevo prima gli italiani sono troppo
presi da altre cose, a torto o a ragione, tuttavia pur non facendo parte del
“nostro” dna artistico/culturale (le danze centro/sud americane), mi sento di
dire con un per niente celato orgoglio che in Europa, e sopratutto nel
“belpaese”, non veniamo secondi a nessuno in quanto alla qualità tecnica, alla capacità
esecutiva, e siamo primi in quanto alla grande evoluzione che di giorno in
giorno, anno dopo anno, conferiamo, apportiamo a queste danze, sopratutto grazie
all’enorme apprendimento svolto con tutti i grandi maestri che abbiamo avuti e
che abbiamo, con le loro lezioni, i master class, gli stage etc, oltre
all’interessante lavoro sviluppato in campo agonistico, mentre in Colombia
tutto questo sta appena iniziando.
Ti manca l’Italia?
Da morire.
Cosa pensi delle tante associazioni italiane che
operano nel mondo delle danze latine?
Se per associazioni ci si riferisce ai gruppi di
ballo, quelli seri, che portano avanti con amore e sacrificio questa passione, penso
che stanno facendo un grande lavoro verso lo studio e lo sviluppo di queste
danze, ma purtroppo c’e’ sempre il rovescio della medaglia. Per un’associazione
seria, ve ne sono almeno 3 che non fanno altro che speculare, dando così
un’idea ed un messaggio totalmente errati sul cosa significhi realmente ballare.
Secondo te ci sono maestri competenti in Italia
in confronto con altri Paesi europei?
Se ti riferisci a maestri italiani ma anche no,
secondo me, vista la passione, l’ardore che ci contraddistinguono da altri
paesi, ed anche la enorme presenza di grandi maestri nel nostro paese
provenienti da tutto il mondo, da almeno 15 anni possiamo affermare che in
Italia vi son maestri italiani seri e competenti.
Tu sei originario del Mezzogiorno. Com’è la situazione
generale nel sud dell’Italia?
Per quanto concerne gli aiuti politico/economici e
l’attenzione da parte dei media verso la situazione meridionale a 360 gradi e’
al pari con la attenzione mediatico/politica con situazione del sud America.
Vorresti ritornare in Italia?Se si dove ti
trasferiresti?
Come si fa a non desiderare di tornare nella propria
terra natia, sopratutto quando questa risulta essere l’Italia? Io ho vissuto
per molti anni al sud come dicevamo. Adoro il clima, la cucina, il mare e tantissime
altre cose tipiche, ma non mi e’ mancata l’occasione di vivere qualche anno al
Nord, in diverse regioni, e guardando alle opportunità, ai servizi e
quant’altro, non mi dispiacerebbero regioni come il Veneto, l’Emilia
Romagna, il Friuli Venezia Giulia.
Concludi con un tuo auspicio.
Da qualche tempo sto cercando di creare un mio
personalissimo stile di Salsa, qualcosa che possa essere identificato a prima
vista come il “D’AlessioStyle”, o Salsa italiana. Mi auguro che presto
in Italia si darà più attenzione ai propri “figli” invece di lasciare che per
trovare apprezzamento debbano essere notati all’estero e magari un giorno trovandomi
a New York o a Los Angeles o a Portorico o a Catania per studiare con un
acclamato artista
Massimiliano Raso
Massimiliano Raso