“Cara Alessandra, sapere che a pochi passi dalla mia abitazione tu ti sia lanciata nel vuoto mi riempie di profondo dispiacere… Come non pensare alla tua giovane età e che tu abbia sentito una tristezza e una disperazione così profonde da non vedere più un futuro innanzi a te?”. Lo ha scritto monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, nel messaggio per la veglia di preghiera che si è tenuta ieri sera nella parrocchia Gesù Divin Lavoratore per la morte della giovane Alessandra, che si è suicidata la sera del 22 aprile, gettandosi dal parapetto del lungomare, un luogo molto frequentato dalla movida tarantina in estate. “Ma il Signore rende possibile l’impossibile e quindi sulla tua esistenza io ho pregato, parafrasandolo per te, uno dei salmi, il 139, uno di quelli a parer mio, più giovanili di tutto il salterio - ha aggiunto il presule -: Signore tu mi scruti e mi conosci. Ti sono note tutte le mie vie. Dove fuggire dalla tua presenza, dove scappare lontano dalla tua mano? Se vado in cielo là tu sei, come se anche scendessi all’inferno ti troverei… mi circondi, mi abbracci, e poni su di me la tua mano… per te le tenebre non sono oscure, se dico anche l’oscurità mi copra, la morte mi colga, la tua mano mi afferra e mi salva. Sei tu che hai creato il mio essere, mi hai tessuto nel grembo di mia madre… nulla a te è ignoto, mi conosci meglio di me…”
“Così, Alessandra, pregando - ha continuato monsignor Santoro - ti ho affidato a Cristo risorto, nessuno ti giudica, solo Dio conosce ciò che passa nel cuore dell’uomo. So che sei stata una scout e la tua famiglia è una famiglia cristiana, voglia il Signore dare ai tuoi cari la consolazione così come spero che nel tuo cuore in quel terribile momento sia passata l’invocazione: ‘Signore Salvami!’. Egli è grande e misericordioso”. Poi il presule ha auspicato: “Prego perché nessuno si senta così triste e così solo da essere tentato dal tuo gesto. Prego perché gli adulti ascoltino i giovani. A tutti i coloro che sentono la disperazione affiorare nel loro cuore, annebbiando ogni possibile via di uscita, dico di lasciarsi aiutare, di bussare alla mia porta, alla porta del proprio parroco. Per chi crede, non ci sono situazioni irreversibili nella vita, ma ogni difficoltà, ogni prova può essere trasfigurata dall’amore misericordioso di Dio”. e, infine, ha concluso: “Cara Alessandra, figlia mia, Dio ti dia Pace”.
FONTE: http://www.agensir.it/pls/sir/v4_s2doc_b.stampa_quotidiani_cons?id_oggetto=285470