Domani parte alle 9 la prima marcia per l’ambiente, nello stile nonviolento della Perugia Assisi, che calpesterà la vasta area contaminata dalla diossina su cui oggi è interdetto il pascolo. La marcia di cinque chilometri, partendo da Statte, arriverà sotto il camino E-312 dell’Ilva, alto 212 metri che è lamaggiore fonte della diossina a Taranto. Le informazioni sulla marcia sono sul sito www.peacelink.it
La marcia prende il via mentre si aggrava e si allarga la contaminazione da diossina nelle matrici alimentari. La diossina è infatti arrivata a Massafra (un comune che dista una quindicina di chilometri da Taranto) e per la prima volta colpisce anche i bovini.
La marcia contro l’inquinamento del 6 aprile da Statte a Taranto si carica così di altra indignazione per lo scoppio di una nuova emergenza: i bovini alla diossina scoperti a Massafra. Il trilatero Statte-Taranto-Massafra è diventato il “triangolo della diossina”. Le analisi sono state effettuate dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo, in seguito ai prelievi effettuati dall’Asl su un allevamento di Massafra.
Il fenomeno che fa riflettere è la contaminazione transgenerazionale. Le mucche sembrano aver trasmesso anche ai vitellini la diossina che trattengono come carico corporeo elevato e tramite l’allattamento dei vitellini si sta determinando una catena di contaminazione a ciclo continuo. Sta avvenendo qualcosa di drammatico che trasmette di generazione in generazione un avvelenamento chimico. Questo rischia di distruggere un pezzo pregiato dell’economia locale, la cui filiera comprende anche le mozzarelle e i pregiati formaggi di mucca locali. Fino ad ora a rischio era stato considerato solo il pecorino.
Sarà importante verificare come è avvenuta la contaminazione e se abbia giocato un ruolo il fieno raccolto attorno all’area industriale. Fieno di cui non è stato bloccato, come è avvenuto per il pascolo, e che ogni anno viene raccolto diventando foraggio per i bovini.
Su una strada che costeggia i pascoli alla diossina si snoderà domani il fiume umano dei cittadini attivi.
ALESSANDRO MARESCOTTI