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domenica 2 febbraio 2014

TUTTI VOGLIONO LA COSTA CONCORDIA

Ormai è una corsa alla candidatura, ma non per l’Oscar, bensì per accaparrarsi il relitto della Costa Concordia, ancorato nelle acque del Giglio, e quindi per smantellarlo, con un notevole ritorno economico e occupazionale. Piombino resta in pole position, ma come scrive anche la stampa toscana, al momento il porto più vicino al Giglio «può vantare al riguardo solo il requisito della distanza dall’isola», poca roba se si pensa che con la Vanguard, enorme nave semisommergibile, il relitto può essere «facilmente» spostato altrove. Inoltre si sono fatti avanti 16 europarlamentari calabresi per candidare Gioia Tauro, poi è toccato a 2 parlamentari siciliani sponsorizzare Palermo. Last, but not least, la candidatura di Taranto, avanzata dalla Smart Area, società consortile di Confindustria (60 aziende affiliate, 1 milione di capitale sociale, 270 milioni di fatturato e 2500 dipendenti). Il presidente della Smart, nonché di Confindustria Taranto, Enzo Cesareo, è chiaro: «Il nostro progetto è vincente, perché il porto di Taranto ha tutti i requisiti per ospitare la Concordia e per procedere allo smantellamento. Nessuno può vantare una situazione simile, nemmeno Piombino che ha problemi di fondali. Qui abbiamo il molo dello sporgente 4 che con i 25 metri supera le misure richieste dalla Protezione civile che ha incarico la Concordia».
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Lo scalo, del resto, vanta una tradizione secolare nel campo della cantieristica, grazie al suo Arsenale esiste una manodopera specializzata di grande esperienza e anche per questo l’ingegnere Luigi Severini, che si occupa dl progetto, dichiara che a Taranto si spenderebbe meno che altrove anche grazie alla collaborazione con Ilva che non solo metterebbe a disposizione il «suo» molo, ma potrebbe farsi carico delle scorie ferrose. Come a Piombino, certamente, con cui condivide questo atout. Ma nonostante le potenzialità occupazionali che da questo tipo di operazione deriverebbe, a Gioia Tauro la Cgil ha detto: no grazie. «Il nostro non è un cantiere navale, ma un porto di transhipment che in questa vocazione va rafforzato. Gli europarlamentari — aggiunge il segretario regionale Michele Gravano — prima di fare proposte come questa dovrebbero sapere che l’occupazione di parte delle banchine da parte della Concordia penalizzerebbe invece i traffici delle merci, facendo aumentare persino la cassa integrazione».
A Taranto, invece, la Cgil non ha ancora un’idea precisa, perché non è ancora dettagliato il progetto di Smart Area, ma il segretario Luigi Disabella precisa: «Il nostro è un porto polifunzionale dove si può fare di tutto e anche di più». E del resto che lo scalo sia attrezzato per l’abbisogna lo conferma anche il presidente dell’autorità portuale, Sergio Prete, il quale aggiunge: «Prima del porto si dovrà decidere a quale società privata affidare l’operazione. Noi comunque siamo pronti». In ogni caso, come sottolineano in Toscana, anche Smart Area non potrebbe fare tutto da sola, avrebbe bisogno di una partnership per affrontare le dimensioni dell’intervento.
FONTE: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2014/1-febbraio-2014/rottamazione-concordia-tarantosi-prepara-sorpassare-piombino-2224007435352.shtml

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