La Regione Puglia –
Assessorato a l’ Ecologia - diffonde on-line
ogni anno quelli che sono i risultati ottenuti in tempo reale sulla raccolta
R.S.U.(rifiuti solidi urbani) dei comuni. [http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/index.php]
E’ buffo evidenziare il dato eclatante riguardo la non virtuosità di alcuni comuni che non
raggiungono nemmeno il “minimo sindacale” sulla raccolta differenziata,
rischiando davvero di essere colpiti da provvedimenti restrittivi di mercoledì 12 febbraio 2014
LE STRANE PERCENTUALI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
commissariamento
da parte della Giunta Regionale (Commissario ad ACTA).
Questo è già successo il
20 marzo 2012, quando un comunicato stampa della PressRegione - Agenzia Giornalistica della
Regione Puglia, comunicava testualmente che “La Giunta Regionale ha
adottato, un provvedimento di nomina di commissari ad acta per 46 comuni
pugliesi che non riescono a varcare la soglia del 15% in materia di raccolta
differenziata e
che, non
hanno presentato proposte relative ad interventi per il potenziamento dei
servizi dedicati a valersi sui fondi PO FESR 2007-2013”. [http://www.regione.puglia.it/?page=pressregione&opz=display&id=12596]
Ora il dubbio nasce
analizzando i dati forniti dallo stesso Assessorato all’Ecologia della Regione
Puglia riguardo alla situazione raccolta differenziata per alcuni comuni della
provincia tarantina, per esempio quelli che fanno parte
dell’Unione dei Comuni Montedoro e che si prestano maggiormente ad una forma di
associazionismo [Montemesola(Ato-Ta1)], [Monteiasi(Ato-Ta3)], [Carosino(Ato-Ta3)], [San Giorgio Jonico(Ato-Ta3)], [Monteparano(Ato-Ta3)], [Roccaforzata(Ato-Ta3)], [Faggiano(Ato-Ta3)], [San
Marzano di San Giuseppe(Ato-Ta3]) e Prossimamente [Sava(Ato-Ta3)]. [Tutti i
dati su http://www.rifiutiebonifica.puglia.it/datipercomune.php RSU per
comune]
I dati, quelli dello scorso anno, correva l’anno 2013, furono poco
incoraggianti in quanto, la media complessiva raggiunta dalla somma di tutti i
comuni (otto per la precisione), non raggiunse nemmeno il 28% (27,8085%) di raccolta differenziata.
Quando il comune di Sava si accingerà a breve a far parte dell’Unione
dei Comuni Montedoro, probabilmente la percentuale di raccolta
differenziata con la sua quota che si attesta al 47,078% del 2013, (sommando la percentuale
del 47,078% del comune di Sava – restando che la percentuale al 2014 si assesti
a quella dell’anno precedente - alla percentuale degli otto comuni del 222,468%
e dividendo per i nove comuni), sarà pari ad un valore finale che si
assesterà intorno al 30% (29,950%), sempreché i restanti otto comuni
riconfermino nel 2014 le percentuali dell’anno precedente.
Questo giro di numeri per far capire che una
politica di associazionismo o gestione associata di servizi, diventa sempre più
necessaria a garanzia di un miglior servizio per il cittadino, abbattendo
notevolmente i costi (Tari – Iuc)¹
e riducendo al minimo gli sprechi, naturalmente vigilando sulle gare d’appalto,
affinché le ditte abbiano tutte le carte in regola per aggiudicarsi il servizio
stesso.
Sembrerebbe, infatti, che con il passaggio alla Tari e quindi alla componente della Iuc, relativamente ai volumi di spazzatura prodotti,
le famiglie e le imprese potrebbero andare incontro a rincari pazzeschi,
addirittura, in alcuni casi, vicini al 600%.
Da uno studio diramato da un organismo di
rappresentanza delle imprese, emerge che il tributo introdotto dalla
legge di stabilità 2014, potrebbe arrivare a un peso davvero oltre ogni
previsione. Lombardia, Piemonte, Toscana, Puglia, Sicilia sono le regioni su cui è stata
proiettata la possibile incidenza della Tari e il
responso è drammatico: un altro salasso incombe sui contribuenti italiani.
EccoVi alcune considerazioni¹:
“Con
il passaggio alla TARI, per i Comuni che non erano ancora passati a un regime
tariffario rispetto alla vecchia TARSU, l’incremento medio dei costi per il
servizio urbano dei rifiuti sarà pari al 290% e, per alcune tipologie di impresa, sarà
ancora più salato: per un bar, infatti, l’aumento sarà di oltre il 300%, fino
ad arrivare ad una maggiorazione di circa sei volte per un ristorante (+480%)
e, addirittura, di quasi otto volte per un negozio di ortofrutta (+650%) o una
discoteca (+680%); incrementi molto rilevanti e ingiustificati che derivano
essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e non sulla
reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema
delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che impone la necessità di rivedere al più presto la
struttura dell’attuale sistema di prelievo sulla base del principio “chi
inquina paga” e ridefinire con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo
distinguendo, in particolare, tra utenze domestiche e non domestiche e tenendo
conto anche degli aspetti riguardanti la stagionalità delle attività
economiche.”
Monteiasi,12/02/2014
Peppino CAROLI
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