''Bondi non poteva non rendersi conto dell'incompatibilità tra la sua funzione di commissario nominato per l'interesse pubblico dal Governo Italiano e un documento che costituisce un attacco frontale contro il Ministero della Salute''. Lo affermano il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, il direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato, e il direttore dell'Asl di Taranto Fabrizio Scattaglia in una nota di risposta al documento inviato dal commissario dell'Ilva, Enrico Bondi, al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola con allegata la relazione dei consulenti del Siderurgico che contestano la valutazione di danno sanitario.
''Tali rilievi formali - aggiungono - sono ben più gravi delle risibili conclusioni a cui pervengono i tecnici, nel tentativo di convincere una inesistente giuria popolare della innocenza di Ilva rispetto agli effetti sanitari che un ben consolidato corpo di evidenza scientifica (e non solo) consente di attribuire specificamente alle emissioni (anche recenti) di tali impianti''.
''Tali rilievi formali - aggiungono - sono ben più gravi delle risibili conclusioni a cui pervengono i tecnici, nel tentativo di convincere una inesistente giuria popolare della innocenza di Ilva rispetto agli effetti sanitari che un ben consolidato corpo di evidenza scientifica (e non solo) consente di attribuire specificamente alle emissioni (anche recenti) di tali impianti''.
Facendo proprio il contenuto della consulenza tecnica, secondo i firmatari della nota, ''Bondi se ne è assunta personalmente la responsabilità, tanto da consentirgli di evidenziare 'numerosi profili critici, sia sotto il profilo dell'attendibilità scientifica, sia sotto il profilo delle conclusioni raggiunté.
''Non ha quindi alcun significato - osservano Stefano, Assennato e Scattaglia - il fatto che lo stesso Bondi neghi di aver personalmente affermato il ruolo primario del fumo di sigaretta nell'eccesso di tumori polmonari che ancor oggi si riscontra nella città di Taranto. Se Bondi si fosse limitato a trasmettere la consulenza senza alcun commento, forse la sua responsabilità (comunque oggettiva) sarebbe stata minore''. La sua esplicita condivisione del documento, tanto da indurlo ad una critica irrituale del lavoro di tre enti pubblici, puntualizzano, ''non ammette ripensamenti, a meno che non ci sia un esplicito ritiro del documento tecnico allegato''.
ANSA