Essere licenziata oppure continuare a lavorare senza contratto, per di più cedendo a lui buona parte dell'assegno relativo alla somma del trattamento di fine rapporto: è l'alternativa di fronte alla quale la dipendente di un esercizio commerciale è stata messa dal suo datore di lavoro che peraltro al momento dell'assunzione le aveva fatto firmare una lettera di dimissioni priva della data. La vicenda, accaduta a Massafra, in provincia di Taranto, è stata denunciata dalla vittima ai militari della Guardia di Finanza che hanno arrestato il commerciante - Giovanni Scialpi, 50enne di Massafra - con l'accusa di estorsione continuata. Grazie a un appostamento le Fiamme gialle del gruppo di Taranto hanno colto in flagranza di reato il datore di lavoro mentre riscuoteva in una banca la somma di 3.330 euro che faceva parte dell'importo totale della liquidazione appena riscossa dalla dipendente, pari a 4.330 euro. Sono in corso da parte della Guardia di finanza approfondimenti ulteriori finalizzati ad accertare l'eventuale metodicità di questo tipo di comportamento da parte del commerciante, il quale potrebbe anche aver riscosso parte delle retribuzioni mensili.
Al datore di lavoro è anche contestata l'aggravante prevista dal codice penale nei casi in cui la persona danneggiata abbia appena fruito dei servizi degli istituti di credito.
Al datore di lavoro è anche contestata l'aggravante prevista dal codice penale nei casi in cui la persona danneggiata abbia appena fruito dei servizi degli istituti di credito.