"Mi duole rilevare che ad oggi, nonostante reiterate missive inviate a
lei ed ai suoi ministri sui temi, o meglio sulle gravi criticità, della
città di Taranto non abbiano ancora trovato una benchè minima
risoluzione". Lo scrive il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, in una
nuova lettera, la quarta in tre mesi, inviata al premier, Mario Monti,
sull'emergenza sanitaria, ambientale e occupazionale di Taranto".
"Ad oggi - puntualizza - la mia richiesta di incontro, espressa in più occasioni e sempre con garbo istituzionale, non ha trovato esito alcuno. Pur comprendendo i suoi numerosi ed importanti impegni istituzionali non possiamo che ribadirle che Taranto chiede con forza un riscontro immediato e positivo".Stefano il 20 novembre sarà ascoltato "presso la Commissione Lavoro del Senato: oltre ad essere ascoltato - aggiunge - mi auguro di ascoltare risposte concrete. Le sofferenze di Taranto non possono più attendere e la loro gravità è tale da imporre azioni di rivendicazione forti ed incisive".
Questo palleggiamento di responsabilità tra Ilva e governo "e le tante voci contraddittorie, senza risposte certe - sostiene Stefano - gravano pesantemente sui lavoratori e sui tarantini, che ne patiscono tutte le conseguenze negative.
Abbiamo bisogno di certezze. Siamo pronti a coinvolgere attorno a queste esigenze tutte le componenti istituzionali (Regione e Provincia), forze imprenditoriali, politiche ed associative per far sentire alta la voce di
Taranto e dei tarantini visto che questa città presenta profonde
cicatrici per l'alto tributo pagato al Paese per la sua crescita e
sviluppo, per cui i suoi appelli non possono rimanere inascoltati". "Non
lo consentiremo e con ciò - conclude il sindaco - abbandoneremo la
strada del garbo istituzionale".
"Ad oggi - puntualizza - la mia richiesta di incontro, espressa in più occasioni e sempre con garbo istituzionale, non ha trovato esito alcuno. Pur comprendendo i suoi numerosi ed importanti impegni istituzionali non possiamo che ribadirle che Taranto chiede con forza un riscontro immediato e positivo".Stefano il 20 novembre sarà ascoltato "presso la Commissione Lavoro del Senato: oltre ad essere ascoltato - aggiunge - mi auguro di ascoltare risposte concrete. Le sofferenze di Taranto non possono più attendere e la loro gravità è tale da imporre azioni di rivendicazione forti ed incisive".
Questo palleggiamento di responsabilità tra Ilva e governo "e le tante voci contraddittorie, senza risposte certe - sostiene Stefano - gravano pesantemente sui lavoratori e sui tarantini, che ne patiscono tutte le conseguenze negative.
Abbiamo bisogno di certezze. Siamo pronti a coinvolgere attorno a queste esigenze tutte le componenti istituzionali (Regione e Provincia), forze imprenditoriali, politiche ed associative per far sentire alta la voce di