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mercoledì 12 settembre 2012

L'ILVA CONTINUA A SCARICARE MINERALE PER LA PRODUZIONE

Sono sorpreso e sgomento nell’apprendere che,  presso il Comando della  Guardia Costiera di Taranto, non sia ancora arrivata alcuna notifica da parte della Procura, in merito al fermo dei rifornimenti delle materie prime per l’Ilva, così come è stato disposto dai custodi giudiziari e dallo stesso Procuratore Capo, Dott. Franco Sebastio, circa una settimana fa. Il provvedimento è stato notificato ai vertici aziendali e ha imposto ai responsabili dell’area Altiforni e dell’Ufficio Tecnico di approvvigionamento delle materie prime,  di interrompere immediatamente le operazioni di carico del materiale che dal molo di Taranto, attraverso i nastri trasportatori, arriva quasi quotidianamente nelle aree sequestrate.
Tutto questo consente all’Ilva s.p.a. di continuare a far giungere a Taranto navi adibite al trasporto di carbone, pet coke e minerale di ferro in quantità enorme. Basti pensare che ieri, martedì 11 settembre, il mercantile ”Sea Roses”, partito da Riga  (Lettonia) il 6 settembre scorso, ha scaricato c.a 8000 tonnellate di carbone (presso il secondo sporgente) e che il giorno 15 settembre giungerà a Taranto la nave da carico ”Gemma” (proprietà Ilva), il più grande mercantile italiano dalla stazza lorda di 315.000 tonnellate, che rifornirà di minerale di ferro il siderurgico (quarto sporgente).
In questo momento (ore 15,00), mentre scrivo questo comuncato stampa, la nave “Asti SNUG” sta scaricando presso il secondo sporgente circa 117.000 tonnellate di minerale di ferro.
Anche se con l’ordinanza di cui sopra (del 7 settembre scorso),  è stato tuttavia disposto che le navi già giunte nella rada di Mar Grande siano autorizzate a consegnare il materiale trasportato all’Ilva, con gli eventi che si sono, invece,  verificati in seguito a tale dispositivo giudiziario e a quelli che, presumibilmente, si verificheranno nei prossimi giorni (vedasi arrivo del super cargo “Gemma”), ci chiediamo, con grande preoccupazione, quali potrebbero essere le conseguenze di ciò e se sia ravvisabile un aggravamento della posizione giudiziaria della società ILVA spa.
 Inoltre, con altrettanta preoccupazione, ci domandiamo come mai la Procura di Taranto non abbia ancora dato (così ci risulta) disposizioni alle autorità marittime (Guardia Costiera, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, ecc) di vigilanza ed interdizione alla navigazione ed all’attracco dei mercantili da carico di materie prime presso i moli dell’Ilva.
Fabio Matacchiera
Fondo Antidiossina Taranto Onlus

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