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lunedì 20 agosto 2012

SOCIETA' SPORTIVE, NEGOZI, PARROCCHIE. IN DETTAGLIO, CHI PRENDE I SOLDI DA RIVA

L’ Ilva spese 2.500 euro per regali alla parrocchia dei Santissimi
Angeli Custodi il 19 ottobre 2010, 5mila euro per quelli all’Unione italiana per il
trasporto degli ammalati a Lourdes il 23 luglio dello stesso anno, circa 8mila euro
per la Semat Spa il 30 settembre, circa 10mila euro alla “D’Erchie
Srl” (un’azienda che produce olio d’oliva) e 4mila alla “Longo, un mondo di
specialità” (vini e prodotti alimentari) per pacchi-regalo di fine anno. Queste
alcune voci della lista “omaggi e regalie” 2010-2011 dell’Ilva di Taranto: due
pagine e ottanta righe con relative spese consegnate dal responsabile della
contabilità dello stabilimento siderurgico, Francesco Cinieri, agli inquirenti che
tentano di trovarci dentro tracce di presunte mazzette che, a loro parere,
l’azienda avrebbe elargito a varie istituzioni per favorire l’acciaieria.
Tra le altre “regalie” che si trovano
nella lista ci sono pacchi dono alla Banda municipale del Comune di Crispiano
(2.750 euro, il 31 dicembre del 2010), al Lions Club locale (2.500 euro il 15
giugno del 2011), a piccole società sportive come la Okinawa karate (4.000 euro
il 31 maggio 2011) o la Triton Taranto che si occupa di football (2.000 euro il 30
giugno 2011) o a un’associazione tarantina di pattinatori (2.000 euro il 31 luglio
del 2011), a società per azioni, aziende informatiche, il Politecnico di Bari, centri
culturali, un comitato per un non meglio precisato festeggiamento, anche un
omaggio floreale da 50 euro, il 5 aprile del 2011.
In particolare la Guardia di Finanza e gli inquirenti sospettano che in questa lista
“omaggi e regalie” sia stata contabilizzata come “spese di direzione” anche la
presunta mazzetta da 10mila euro che Girolamo Archinà, il capo delle relazioni
pubbliche dell’azienda, avrebbe pagato al consulente tecnico della procura,
Lorenzo Liberti, perché rendesse meno dure le sue considerazioni
sull’inquinamento dell’Ilva. Gli investigatori cercano di capire se questa mazzetta
sia stata ceduta o no, e se poi sia stata contabilizzata “sotto falso nome”, ovvero
se sia stata mascherata, ad esempio, da donazione a qualche parrocchia del
territorio.
Ad ogni modo, il fatto che l’Ilva ogni anno faccia regali a questo o a quell’ente,
spenda soldi per pacchi dono per Natale o Pasqua, non costituisce
assolutamente un reato. Ma anche se non verrà riscontrata nessuna anomalia nei
conti, la lista “omaggi e regalie” serve alla Guardia di Finanza anche solo per
capire quanto estesa fosse la rete di contatti “sociali” dell’acciaieria nel territorio.

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