La chiusura dello stabilimento Ilva di Taranto "sarebbe un dramma, per la citta' e per l'economia italiana". Parte da questa premessa il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, per spiegare, all'Adnkronos, l'importanza del tavolo istituzionale del 19 luglio a Palazzo Chigi, che vedra' insieme azienda, governo, regione Puglia e sindacati. "C'e' molta attesa tra i lavoratori e tra i cittadini tarantini e della provincia", anche perche' il rinvio a giudizio per disastro ambientale, a seguito della grave esposizione cui sono stati costretti i cittadini di Taranto, e' considerata questione di ore, "con la conseguente ordinanza della magistratura che fermerebbe lo stabilimento".
In questo quadro, spiega Palombella, l'obiettivo dei sindacati e' quello di "poter continuare il percorso intrapreso 4 mesi fa, mettendo insieme Ilva, ministero dell'ambiente, autonomie locali e sindacati per 'ambientalizzare' lo stabilimento". Alcuni interventi "sono stati fatti" ma "bisogna fare altro", prosegue il leader della Uilm, che ritiene indispensabile, sotto la regia della Presidenza Consiglio, "dare priorita' agli interventi, tranquillizzando i cittadini e anche i lavoratori". L'obiettivo, insiste Palombella, deve essere quello di "continuare la produzione, perche' non c'e' possibilita' di chiudere una parte dello stabilimento: il ciclo integrale e' tale che non si puo' interrompere".
A rischio ci sono ventimila lavoratori, tredicimila dipendenti e il resto occupati nell'indotto. "Lo stabilimento e' tutto a Taranto. Senza abbassare il livello di guardia sulla questione ambientale, serve la programmazione degli investimenti per conciliare ambiente e lavoro".
