Sostieni anche tu la WEBTV di Taranto. Lavoriamo insieme per la nuova divulgazione...... TARAStv e' parte della Taranto che cambia...... Chiedi informazioni su come farne parte al 3381488022 oppure scrivi a: tarasproduzioni@libero.it TARAStv... chi la fa sei Tu !!

sabato 12 maggio 2012

MARIO CITO. GLI ZINGARI E I ROM SONO DIVENTATI ARROGANTI


 Parte dal 18,93% di voti, pari a 19.440 preferenze personali, però Mario Cito è sicuro di vincere il ballottaggio contro Ezio Stefàno, sindaco uscente di Taranto imbarcando il Pdl, il popolo degli altri candidati sindaco e anche gli ambientalisti.
Cito, ma come fa ad essere sicuro di rovesciare il verdetto degli elettori? 
«Proprio perché ci sono state migliaia di schede con la croce solo sui partiti e non sul nome di Stefàno. E’ un segnale molto importante, significa che la gente ha votato i partiti, non ha votato il sindaco e non lo voteranno neanche al ballottaggio».
Va bene, ma è tutto da dimostrare. 
«Voglio proprio vedere quanti avranno il coraggio di mettere la croce sul nome di un sindaco che non ha fatto nulla. Ci vuole un grande coraggio».
In vista del ballottaggio ha avviato i contatti per gli apparentamenti? 
«Sì, ho cominciato a parlare con gli altri partiti. Ma io non voglio solo apparentamenti, ma innanzitutto ragionare di politica e di amministrazione. Dopo una campagna elettorale così denigratoria, contro il sindaco uscente ho la possibilità di recuperare i voti degli altri candidati sindaco. Condemi l’ha criticato, Mazza pure, Capriulo si è messo in proprio, questi voti li recupererò». Ma farà accordi organici?
«Se non sarà possibile sono certo comunque che i voti prima andati a questi candidato verranno da me. Non hanno votato Stefàno prima perché dovrebbero votarlo adesso. Ora è una nuova elezione, con due nomi soltanto, non si può sbagliare, chi non vuole Stefàno sceglierà me. Al primo turno l’hanno votato gli amici, i parenti, i candidati, mettendo la croce sui simboli. Ora ci saranno solo due nomi». Ha già avuto contatti con il Pdl? 
«Sì, certo, anche con loro e vedo che c’è un orientamento verso di me secondo quanto riferiscono i giornali. Ma, ripeto, ho anche parlato con Mazza, Bitritto, Di Cuia, Festinante. Penso di fare una larga coalizione che non sarà come un governo tecnico ma piuttosto un governo di grande speranza per la città e i tarantini. Compresi gli ambientalisti».
In che senso?
«Ho già avuto contatti interessanti con alcuni di loro. Se non avrò il sostegno dei leader ambientalisti sono certo che la base potrebbe essere dalla mia parte. Sono pronto a offrire loro l’assessorato all’Ambiente per continuare la battaglia che stanno facendo da anni, dando loro la possibilità a livello amministrativo di predisporre provvedimenti utili. Gli ambientalisti hanno fatto cose importanti, offro loro la possibilità di continuare».
Se già al primo turno At6 e Pdl fossero stati insieme come sarebbe finita? 
«La gente avrebbe visto una coalizione molto più ampia e forte e questo avrebbe influenzato il voto. Ne avremmo avuti, insieme, molti di più. D’altra parte i problemi li ha avuti il Pdl, non io».
Da sindaco come imposterebbe i rapporti con la grande industria? 
«Avvierò un lavoro di grande collaborazione, ma con punti fermi molto precisi. Innanzitutto devono lavorare i tarantini e le imprese di Taranto, basta con il ricatto occupazionale visto che la grande industria offre lavoro a migliaia di operai. Però Ilva deve trasferire a Taranto la sede legale dell’azienda e l’ufficio acquisti e deve pagare le tasse qui».
E se questi punti fermi non verranno rispettati, cosa farà?
«Allora parte la battaglia dura».
E sul piano ambientale quali sono le sue proposte?
«Bisogna fare le verifiche 24 ore su 24 delle emissioni inquinanti dell’Ilva. Vorrei poi sapere perché Stefàno prima era contro il raddoppio dell’Eni, poi a favore tanto che l’assessore Pierri è stato costretto a dimettersi. Come mai Stefàno non ha detto una parola sullo sversamento di petrolio dalla nave ed è favorevole al raddoppio del numero di petroliere che arriveranno a Taranto».
Insomma non salva proprio nulla dei cinque anni dell’amministrazione di Stefàno? 
«Non c’è nulla da salvare. Sicurezza, vivibilità, ambiente sono sotto lo zero».
Neanche i servizi sociali che hanno aiutato centinaia di famiglie? 
«Macchè. Ho visto file e file di persone davanti ai servizi sociali per un’elemosina da 50 euro e neanche loro sono stati accontentati. C’è stata gente che ha dormito in macchina».
I voti che le mancano per rovesciare il risultato da dove arriveranno. Più da un quartiere che da un altro, più da una fascia sociale che da un’altra? 
«I quartieri contano e sono importanti, ma io ho voti trasversali, li prendo in qualunque tipo di ceto sociale, dall’avvocato all’operaio. Al ballottaggio, però, mi aspetto una buona risposta dagli ambientalisti che sono brave persone e ora devono fare una scelta precisa, o me o Stefàno».
Se fosse eletto sindaco cosa farebbe subito? 
«Parlerei con la gente, la ascolterei, non come Stefàno che ha rifiutato il confronto con me durante la campagna elettorale. Perché non vuole confrontarsi. Con la gente bisogna parlare per conoscere i problemi, non bisogna chiudersi in una stanza».
Il momento è difficile. Agli angoli delle strade si vedono artisti di strada, stranieri che chiedono l’elemosina o vendono fazzolettini. Lei che atteggiamento assumerebbe da sindaco? 
«Sicuramente non di razzismo. Se è uno è in regola sono ben accetti, però se non sono in regola devono andare fuori dai confini. Inoltre preferirei che a quell’angolo ci stesse semmai un tarantino per sbarcare il lunario e non rumeni e zingari che sono diventati arroganti e pericolosi».
La viabilità è caotica. Doppie e triple file. Quali i rimedi? 
«L’ultimo piano di viabilità lo fece mio padre. Oggi c’è anarchia, ognuno parcheggia in doppia e tripla fila. Occorre il buon esempio e il controllo nelle strade, i vigili devono essere presenti quindi il sindaco e la polizia municipale insieme a vigilare. Occorre più tutela e considerazione, anche un conforto contributivo, per i nostri vigili».
Si può andare oltre l’industria? 
«Certo. Bisogna fare una campagna mediatica internazionale come fa il Salento, perché i giornali possano pubblicizzare Taranto per aumentare il turismo e le ricadute occupazionali ed economiche. Meglio risparmiar su avvocatura e incarichi esterni e riversare i soldi sulla campagna mediatica per il turismo come per la settimana santa».
Cesare Bechis

LE PIU' CLICCATE DELLA SETTIMANA

CERCA NEL SITO