
Lo schieramento politico che ha applaudito l’Autorizzazione all’Ilva ora si affanna a recuperare il tempo perduto e fa finta di ravvedersi e di volerla ridiscutere.Ma il tempo delle commedie è finito e di pazienza non ne abbiamo più.Quando Fabio Matacchiera ha lanciato l’appello a candidarmi per il futuro di questa città, ho sentito il forte richiamo a infrangere quel muro di cattiva politica. Ho preso un po’ di tempo. In molti mi hanno incoraggiato. E adesso faccio il passo. Non ho mai lavorato per candidarmi, ma siamo in un’emergenza senza precedenti. Adesso saranno prese le decisioni decisive. E dobbiamo proteggere i bambini di Taranto dalla cattiva politica, di quell’incuria che li ha dimenticati. Invito tutti a mettersi in gioco e a fare altrettanto.
Forse è il momento della svolta per tutti. Lavorerò con Angelo Bonelli per una città in cui non vinca l’inferno ma prevalga la saggezza e il coraggio di cambiare.Vorrei concludere con queste parole di Italo Calvino che riassumono il senso della mia scelta attuale e del momento che stiamo vivendo: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio»(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972).