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venerdì 24 febbraio 2012

LA MASSERIA SOLITO E' SALVA


Finalmente la Taranto più viva, quella che tiene alla propria storia e alla propria cultura, può gioire: la masseria Solito è salva. Lunedì prossimo, infatti, il Consiglio comunale è chiamato ad approvare, al punto 6, la “Permuta della “Masseria Solito” e del relativo terreno pertinenziale con immobile di proprietà comunale sito in via Rintone n. 37, angolo via Icco 26, 28”.
Il provvedimento è stato già approvato a dalla commissione Assetto del territorio, anche da consiglieri d’opposizione. Una volta che il Consiglio avrà approvato, come fermamente ci auguriamo, la permuta, la masseria passerà alla proprietà comunale. Salvato l’immobile, bisognerà poi pensare all’immediato futuro, cioè alla messa in sicurezza del manufatto, ultimo frammento di quella che fu la masseria Salito, quindi alla sua ristrutturazione e alla restituzione alla città, per un’utilizzazione di carattere culturale: le risorse si possono anche reperire tra i fondi regionali per i nuovi musei, perché così potrebbe configurarsi, secondo le indicazioni dell’Associazione Cesare Giulio Viola, il ruolo della struttura, come museo della memoria storica della cultura tarantina.
Anche il “Corriere del giorno” saluta, naturalmente, con grande soddisfazione il provvedimento della divisione urbanistica, dal momento che aveva fatto della salvezza della masseria, una sua battaglia. Lo scorso anno si era svolto, nella nostra reazione, un forum, con la partecipazione dell’Associazione e di rappresentanti del mondo culturale, dell’associazionismo, oltre che dell’Amministrazione comunale. Proprio la strada della permuta della masseria con altre aree o immobili di proprietà pubblica era una di quelle scaturite dal dibattito, che aveva anche confermato la fondatezza storica della rilevanza che il reperto ha, pur essendo l’ultimo frammento sopravvissuto a una dissennata politica di devastazione del territorio e delle sue vestigia storiche.
Com’è noto, la masseria Solito fu acquisita, alla fine dell’Ottocento, alla proprietà della famiglia di Luigi Viola, il grande archeologo che fondò il Museo nazionale archeologico, della quale racconta diffusamente il figlio, il grande scrittore e drammaturgo Cesare Giulio Viola nel romanzo “Pater”. Proprio nell’area della masseria, lo stesso Luigi Viola ritrovò la cripta del Redentore, che era  a metà strada tra la bella casina, che si trovava nell’area dell’Hotel Principe, e il corpo dell’antica masseria.
Ricordiamo che l’area nella quale ricade la masseria Solito, ultima ala della grande struttura seicentesca, che dava il nome a tutto il quartiere, era stato acquisito da un’impresa privata che vi aveva progettato la costruzione di una palazzina per appartamenti da vendere. L’impresa, che aveva ottenuto anche la licenza edilizia e il permesso di demolire l’immobile, da parte della giunta Di Bello, potrà rifarsi del danno rappresentato dal divieto di demolizione emesso dal Comune. Ricordiamo che, nei mesi scorsi, il Consiglio comunale, con un solo voto contrario, frutto forse di un equivoco, aveva approvato un ordine del giorno che impegnava l’Amministrazione a ricercare la soluzione.
 
Ne è entusiasta Enrico Viola, presidente dell’Associazione Culturale che da anni richiede l’intervento del Comune per scongiurare l’abbattimento dell’ultima masseria periurbana di interesse storico per essere posta lungo la via principale di uscita verso est dell’antica Taranto. “La speculazione edilizia era intenzionata a passarci sopra come un rullo compressore e distruggere un monumento significativo sotto l’aspetto storico, architettonico, topografico e letterario. Vani erano stati nel passato gli appelli di studiosi, uomini di cultura e varie espressioni di cittadini che più volte erano giunti persino a creare una barriera umana davanti alle ruspe pronte ad abbatterla. Il Consiglio Comunale sarà destinatario di grande apprezzamento degli uomini di cultura che costituiscono l’associazione e  di molti cittadini che amano Taranto e la sua storia. Questa finalmente è una prova di grande sensibilità che segue ad una prima decisione di protezione adottata dal Consiglio nell’estate scorsa”.

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