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venerdì 12 agosto 2011

TARANTO VECCHIA NASCOSTA: La Madonna della scala




Ai tempi del normanno Guglielmo II, principe di Taranto, l'Arcivescovo Basilio II Paleano, patrizio tarantino, edificò «de novo», nel 1181, la Chiesa dei Santi Simone e Giuda, già nota dal 1161, sotto l'Arcivescovo Giraldo I, con il solo titolo di San Simeone. Chiesa che, secondo gli storici locali, sorgeva «intus murum et antemurale civitatis nostre».

Nel diploma di fondazione, l'arcivescovo Basilio dice di aver edificato questa Chiesa a proprie spese costituendola diritto patronane per i suoi eredi. Per dotare la stessa, dice inoltre di aver acquistato due case: una da tale Sillitt:, l'altra da un tale Cesario. Questo beneficio fu posseduto dalla famiglia Paleano fino a quando, nel 1586, l'ultima superstite, Cassandra de Litiis, figlia di Pompeo e Claradia Paleana, andò sposa ad Antonello Artenisia, per cui il beneficio passò a questa famiglia feudataria venuta a Taranto coi primi Normanni. Un Alfonso Artenisio sposò Girolama Carducci; questi, con testamento del 10 marzo 1687, dispose che non solamente tutti i beni passassero alla moglie, ma che il primo maschio nato da Cataldantonio Carducci figlio di Donato Maria e dalla moglie Giulia Maria Artetsisio sua nipote, ultima superstite di questa famiglia, doveva assumere, oltre al cognome della famiglia Carducci, il casato Artenisio.

Roberto Missiani
Giovanni Maimone






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