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martedì 20 maggio 2014

MICHAEL JACKSON E IL SOGNO DA BAMBINO: DANZARE

Il 25 giugno del 2009 al centralino del 911 arriva una telefonata che a stento recita: “ ho bisogno di un medico nel più breve tempo possibile” (.) Los Angeles, California, 90077, Carolwood Drive”. E’ l’indirizzo della residenza del Re del Pop. Quando i medici dell’ambulanza giungono sul posto per MJ, che ha un’intossicazione acuta dovuta alla somministrazione di un farmaco anestetico ed un agente ipnotico, il propofol, in concomitanza con l'azione di alcune benzodiazepine, c’è poco da sperare. Sull’attendibilità degli eventi che hanno dato origine a teorie di complotto, e sulla condanna a 4 anni di carcere per il medico Conrad Murray, è inutile ritornarci. A distanza di anni dalla sua morte, è il ballerino MJ che bisogna ricordare. Lascia ai fan e ai professionisti della danza una straordinaria eredità, un riferimento anche per chi si dedica al balletto classico. Luca Tommassini, intervistato per una rivista di danza, non dimentica queste parole di MJ: "Ricordati che quando balli devi sempre avere un segreto negli occhi, devi sempre guardare chi hai davanti e aggredirlo con lo sguardo, come se gli volessi dire qualcosa ma non puoi usare la parola". MJ sin da piccolo ballava (e cantava) con l’esperienza consumata di una rockstar. Ha soli cinque anni e la stella nascente Jackson deve fare il suo primo numero di danza. Michael ha i brividi, gli viene da vomitare su quel palcoscenico. Da lontano il padre gli fa cenno con le dita che se non si muove a tempo e con i passi giusti, “giungerà il castigo”.
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Michael Jackson sintetizza tragicamente sulla sua pelle il dramma dell’infanzia in veste contemporanea (Luca Scarlini). All'età di 15 anni inventa il ballo del robot per il brano "Dancing machine", composto insieme ai fratelli. “L'intento era quello di fornire alla canzone delle movenze che riuscissero a coinvolgere maggiormente lo spettatore” (cit. dal libro "Moonwalk"). Il suo stile è stato il primo DanceStreet della storia, un connubio di energia, stile e tecnica che ha generato migliaia di imitatori. Nel 1983 un movimento sulle punte dei piedi, quasi in assenza di gravità, lo rende celebre in tutto il mondo. E’ il passo della camminata sulla luna, il moonwalk, precedentemente inventato dall'attore e mimo francese Marcel Marceau, rielaborato da MJ. Per alcuni esponenti del movimento b-boying, stile di ballo dei giovani afroamericani negli anni settanta, sarebbe un passo laterale che forma un movimento circolare, utilizzando gli stessi principi del cosiddetto Blackslide. Con l'Antigravity lean, il movimento antigravitazionale in Smooth Criminal in cui Michael si inclinava in avanti di 60º, Sidewalk e Skywalk, MJ mette alla prova nel corso degli anni la sua innata vocazione di ballerino. E’ incredibile credere che Michael Jackson non sia più in questo mondo, che non sia più possibile vederlo danzare. “Ricordo che Lui non c’è più solo quando gli altri me lo fanno notare, per questo parlo sempre al presente quando mi riferisco a lui”, queste parole sono di Fabio Mordà, il ballerino italiano che meglio lo interpreta in tutto il mondo, rilasciate in un’intervista sulla sua carriera.  MJ, riassumendo nella sua vita ogni possibile confusione sull’infanzia, ha pagato un prezzo troppo alto probabilmente. Neverland, quella dimora a forma di parco giochi che fortemente ha voluto, è un faro che illumina i sogni di ogni bambino, a volte ambiziosi e realizzabili, spesso desideri angosciosi che non rispecchiano la realtà di chi, come MJ, non ha potuto vivere fuori dal palcoscenico. Del resto basta l’amore, che trascende tutti i confini e guarisce le ferite dell’odio, la più alta verità al cuore di tutta la creazione.
MASSIMILIANO RASO
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