Siamo cittadini di Taranto, una città che ha smesso di credere nello Stato dopo l’approvazione della legge Salva- Ilva. Abbiamo amaramente compreso che sul nostro dramma si sono dette tante bugie e che ancora oggi si prova a prenderci in giro, con delle leggi che non salvaguardano nulla, se non le tasche dei soliti noti. Proprio ieri il dott. Ferrante, insieme ad altri personaggi, è stato indagato per gravissimi reati ambientali, come disposto dall’unica donna che ha avuto il coraggio di proteggere i nostri figli:
“Emissioni cospicue nell’area dei rottami ferrosi; sversamento delle scorie liquide di acciaieria sul terreno non pavimentato; rilascio di sostanze tossiche dovute allo “slopping” e al “sovradosaggio ossigeno” frequenti emergenze all’acciaieria, ai rottami e agli altoforni, per le emissioni vaste e prolungate convogliate e diffuse; inadeguata manutenzione dei sistemi di recupero del gas in torcia ai convertitori; mancata comunicazione alle autorità delle gravi conseguenze degli incidenti; costante smaltimento di emissioni gassose equivalenti a rifiuti attraverso i sistemi di emergenza; scarico di rifiuti liquidi nel deposito fossili, immettendo inquinanti dal suolo non pavimentato alla falda superficiale e al mare; recupero di fanghi contaminati da diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici, o dei liquami derivati dalla pulizia dei nastri trasportatori, nel processo di sinterizzazione; l’incredibile smaltimento di polvere di catrame e fanghi attivi, oltre che di loppa nei forni delle cokerie; miscelazione illegale di catrame con benzolo e naftalene, col doppio vantaggio di venderla e risparmiare le spese di smaltimento di rifiuti speciali; attuazione di vere discariche abusive di rifiuti pericolosi e di pneumatici su suoli non impermeabilizzati, nelle acque superficiali e sotterranee; scarichi di acque reflue industriali pericolose, oltre che nelle aree industriali, “in tutte le superfici esterne destinate a residenze e servizi, nelle strade, piste, rampe, piazzali” e così via. Le cokerie, che già sono, con l’agglomerazione, il reparto siderurgico più nocivo, vengono abitualmente adibite a immondezzai di incenerimento di solfuri, scaglie di laminazione, fanghi di depurazione delle polveri di desolforazione ” (cit Adriano Sofri articolo di Repubblica 25.05.2013)
Questi i capi di imputazione che forse le sono sfuggiti. Al livello ministeriale e governativo c’è stato un accordo trasversale mirato a salvare gli interessi nazionali, autorizzando ancora per tre anni la produzione e consentendo, di fatto, lo sversamento delle sostanze sulla città e sui cittadini, mettendo la cittadinanza sull’altare, come un agnello sacrificale. Le vorremmo ricordare che lo studio S.E.N.T.I.E.R.I. ha stabilito che ogni mese circa 3 persone muoiono di neoplasie, per non considerare le altre morti per malattie collegate all’inquinamento, ed in mezzo a questa mattanza, ci sono vittime innocenti come bambini e madri che allattano neonati. La scelta fatta di comprimere il diritto alla salute a favore del diritto al lavoro, non lo riteniamo giusto, perché è la sospensione di un diritto incomprimibile, la vita.
La domanda che sorge spontanea è: Quanto orrore è possibile accettare per salvare la politica dalle sue responsabilità?
In questi giorni è stato un crescendo di arresti illustri, personaggi che hanno svenduto la nostra terra e la nostra vita per non si sa per quanti denari o per un equivalente in potere: le teste cadono e la verità emerge. E’ di ieri la notizia che il suo ultimo interlocutore, Don Ferrante, è stato indagato per i reati sopra elencati, l’ex Prefetto di ferro, è stato sciolto e sacrificato nell’altoforno sull’altare della produzione d’acciaio, questo avvenimento, conferma la nostra tesi: chi si avvicina ai Riva corre grossi rischi, in termini di credibilità e di addossamento di responsabilità gravissime.
Taranto ha un grave problema di ordine sanitario, messo in luce dal rapporto S.E.N.T.I.E.R.I. e le gravi responsabilità della politica, la grande paura di perdere l’elettorato votato alla fiducia grazie alle raccomandazioni per il posto, e il giro di tangenti e concussioni messe in luce dalla Procura, fanno di Taranto una vittima di ingiustizie senza fine. In ultimo, l’incapacità tutta italiana di finanziare, non a parole, ma concretamente le bonifiche e di avviarle seriamente, non di nascondere la polvere sotto il tappeto. L’avvio reale delle bonifiche, a spesa di chi ha inquinato, oltre che offrire posti di lavoro, renderebbe giustizia ad un luogo paradisiaco, stuprato, dileggiato e preso in giro da molti e soprattutto da coloro che ci dovrebbero tutelare e difendere come cittadini italiani.
Per non dilungarci oltre, Le chiediamo Verità per Taranto: In nome della trasparenza e della salvaguardia della salute, quali sono state le conclusioni tratte dal colloquio in seguito all’incontro, avuto con l’ex Prefetto Ferrante? quali sono state le conclusioni?".