
I commercianti, tra l’altro, sono anche contrari ai cordoli che eventualmente dovessero delimitare corsie riservate a ciclisti o bus perché ciò impedirebbe la sosta in doppia fila vista come unico sistema per agevolare la clientela. In pratica la legalizzazione di una palese violazione al codice della strada. «Il progetto delle linee veloci - commenta Leo Corvace, del circolo Legambiente di Taranto, - era positivo perché rendeva il trasporto pubblico, contro cui tutti si scagliano, finalmente competitivo rispetto al mezzo privato. Presentava indubbiamente vantaggi per la collettività perché avrebbe garantito spostamenti più celeri, puntuali e meno inquinanti, restavano da individuare le soluzioni per i residenti. In ogni caso bisogna stabilire prima a cosa servono le piste ciclabili, se alla passeggiata o come sistema alternativo di spostamento rispetto alle auto private. In questo caso farle in periferia e in zone emarginate serve a poco, sono fini a se stesse, non si capisce a cosa siano collegate». Una vecchia idea su cui lavorava la polizia municipale guardava alla zona pedonale del Borgo come sito ideale per tracciare il primo embrione di corsia per biciclette in un’area piena di negozi, uffici pubblici e banche. La polemica «Su questo progetto - continua Corvace - si può essere d’accordo perché l’utilità esiste certamente e in questo caso la bicicletta può essere adoperata come mezzo di spostamento e non sarebbe complicato piazzare in centro le rastrelliere».